Lega Nord in fibrillazione. Maroni pronto a colpire i dissidenti del partito

Non è il verde il colore ideale per descrivere lo stato d’animo della Lega di questi giorni. Dopo la riunione di Pontida, che doveva essere il momento sacro del movimento di Umberto Bossi, ma che, invece, ha certificato il dissenso interno posizionato sul crinale della linea maroniana.
Gli animi sono bollenti tanto che basta un volantino contro Maroni a scatenare scaramuccia fra militanti. Maroni, alle prese peraltro anche con le rivalità venete tra il presidente della Regione Luca Zaia e il sindaco di Verona Flavio Tosi, registra comunque una vittoria. Il neo presidente della Regione Lombardia aveva prima bollato le divisioni interne come invenzioni giornalistiche, costruite perché «speravano che la Lega sparisse dal centro della vita politica».
A Pontida sono state registrate «ventimila presenze da una parte e, dieci dall’altra: non sono due Leghe. Sono la lega e ’10 pistole’, alcuni di questi neanche della Lega. Chi si è prestato a questo gioco subirà conseguenze come è giusto che sia, perchè ci sono delle regole». Così Roberto Maroni, intervenendo a ‘Radio Padania’, ha parlato dei fischi a Flavio Tosi e delle contestazioni che ci sono state al raduno. «Queste piazzate non si possono fare – ha aggiunto il segretario federale della Lega Nord e – e non mi piacciono». Maroni ha poi commentato le scelte di Pier Luigi Bersani: «Faccio fatica a capire come Pier Luigi Bersani, che ho stimato come ministro, si sia impantanato anche lui in questa cosa», ha dichiarato. «C’è bisogno di un governo? Lo si faccia. Anche molti dei suoi l’hanno capito» che bisogna fare l’alleanza con il Pdl, ha aggiunto il segretario federale della Lega Nord. «Non riesco a capire cosa sia successo, perché Bersani sia finito in questa palude», ha continuato.
L’ordine di scuderia è dichiarare fuori luogo ogni contestazione. Così anche Luca Zaia a margine di Vinitaly vuole dare una mano a mettere un po’ d’ordine nel dopo Pontida. «L’intelligenza ci porta a dire che certe situazioni non possono essere gestite con provvedimenti disciplinari». «Questo è un grande sforzo che dobbiamo fare – prosegue Zaia -. Si deve guardare con concretezza al fatto che ci deve essere rispetto delle regole da parte di tutti e dall’altro di evitare di arrivare sempre un a provvedimenti disciplinari». Zaia pensa a un partito egemone «dato che l’egemonia prevede di avere grandi numeri bisognerà avere un partito che sia in grado di gestire al suo interno le diversità» conclude Zaia.
Continua però a essere problematica la gestione del “problema Bossi”. I collaboratori del padre della Lega, secondo Maroni e i suoi alleati, continuano a descrivergli una situazione inverosimile tentando così, dicono in molti nella Lega, di portare il Senatur a un gesto di rottura per creare una Lega 2.0 che abbia la Padania al centro del suo progetto politico. I contestatori filobossiani di Pontida, “i dieci pistola”, saranno soggetti a provvedimenti disciplinari decisi da Roberto Maroni, come è « nella logica». I più attivi filobossiani si arrischiano a parlare di sconfitta e non tira una buona aria se arrivano ad ammettere che: «Bossi ha tradito le nostre aspettative».

Leonardo Rossi