L’analfabetismo funzionale è un problema reale nel nostro Paese. Ma esiste una realtà parallela che vuole rispondere al fenomeno. Lo ha raccontato a Lumsanews Marco Valentini, esperto di apprendimento strategico e responsabile per la sede di Roma di “Genio in 21 giorni”.
In che modo il vostro corso promuove l’alfabetizzazione funzionale?
“Per anni ci siamo occupati di insegnare tecniche per apprendere in maniera più veloce, più efficace, ma ci siamo resi conto che questo non era sufficiente. Quindi ci siamo trasformati in una realtà che oggi si occupa di insegnare un metodo di studio personalizzato. Concretamente diffondiamo degli strumenti che permettono a ognuno di capire come sfruttare le proprie abilità. Ognuno di noi ragiona in modo diverso, quindi capire come effettivamente funzioniamo da questo punto di vista ci può dare un grande supporto per poter essere più efficaci nell’apprendimento”.
Come riuscite a adattare le strategie al singolo?
“All’inizio del nostro percorso facciamo fare ai nostri corsisti il questionario Amos (abilità e motivazione allo studio), che in Europa è uno dei test più attendibili, che ci permette di capire quali sono sono le abitudini che la persona ha costruito nel corso degli anni da un punto di vista di apprendimento. Questo ci permette di identificare delle strategie per migliorare i singoli parametri che questo test misura. Su un campione di più di mille studenti abbiamo osservato miglioramenti significativi di più dell’80% su questi parametri a distanza di tre, sei, nove, dodici e addirittura 24 mesi”.
C’è un parametro del test che riesce a aumentare le consapevolezze degli studenti?
“Sì, c’è un parametro del questionario che si chiama sensibilità metacognitiva che misura quanto ogni persona è in grado di poter ragionare, riflettere sui processi mentali ed emozionali che vive in un processo di studio. Molto spesso non abbiamo idea di questa consapevolezza e quindi far rendere conto che se si sta studiando un paragrafo c’è una mancata comprensione di alcune informazioni significa già tantissimo”.
Quali sono gli strumenti effettivi che Genio mette in campo per combattere l’analfabetismo funzionale?
“Ci sono tantissimi esercizi mirati. Ad esempio potenziamo l’elaborazione di alcuni concetti per poi consentire ai corsisti di sintetizzare concetti complessi trasformandoli, ad esempio, in immagini”.
Quali sono invece le ripercussioni sull’apprendimento scolastico?
“Sono diversi. Innanzitutto c’è una perdita di fiducia e motivazione. Troppo spesso mi capita di sentire ragazzi che hanno studiato per tanti anni e che, nonostante siano riusciti a dare tanti esami, hanno ancora il timore di non aver capito bene o di non ricordare tutto quello che serve per superare la prova. Concretamente si rischia di terminare gli studi senza avere effettivamente maturato un’abilità di ragionamento, quella che poi nella vita fa la differenza”.


