Kaspo, CC BY-SA 4.0 , via Wikimedia Commons

"L'intelligenza artificiale non sarà mai in grado di sostituire il giornalista

Il direttore dell’Ansa a Lumsanews “Non la usiamo per scrivere le notizie”

Luigi Contu è il direttore dell’agenzia ANSA da giugno 2009. A Lumsanews ha raccontato in che modo l’agenzia di stampa sfrutta l’intelligenza artificiale, illustrando i progetti in campo.

L’ANSA è attenta alle nuove tecnologie offerte dall’intelligenza artificiale?
“Sì. Tre anni fa abbiamo aperto un osservatorio sull’intelligenza artificiale, che ogni anno produce un convegno nel quale si discute di un tema legato all’AI con il mondo economico, istituzionale e dei media, per capire che cosa si muove intorno a questo settore. Nel 2020, durante la pandemia,  abbiamo anche fatto un partenariato con una società di intelligenza artificiale per l’elaborazione automatica di grafici basati sui dati sanitari provenienti dal ministero della Salute e dalle regioni. Ci serviva a capire meglio l’andamento dell’epidemia”.

Ci sono altri progetti simili in vista?
“Attualmente abbiamo una collaborazione aperta con l’istituto Deloitte proprio per trovare un modo per applicare e sperimentare l’intelligenza artificiale in ANSA. Naturalmente partendo dal concetto che l’intelligenza artificiale deve essere un aiuto alla redazione e mai un sostituto. Il progetto a cui abbiamo lavorato di più fino adesso è un motore che è stato applicato all’informazione internazionale in grado di raccogliere tutte le notizie provenienti dalle agenzie partner estere, selezionarle e inviarle già tradotte al desk, in base a delle istruzioni date da noi. Questa è una cosa che sta andando avanti bene e ci consente di monitorare un numero di fonti molto importanti. Una seconda parte su cui siamo al lavoro, ma è ancora in via di definizione, riguarda l’utilizzo dell’intelligenza artificiale per selezionare e aggregare tutto quello che l’Ansa produce durante il giorno, dai  testi ai video, per la profilazione di prodotti selezionati solo per gli abbonati business”.

Alcune agenzie straniere come l’Associated Press scrivono i lanci sfruttando l’intelligenza artificiale. L’ANSA lo fa?
“No. Noi non lo facciamo. L’Associated Press usa l’intelligenza artificiale per scrivere i lanci dai report sulle trimestrali finanziarie delle piccole aziende. Che sono migliaia, quindi nessun giornalista, nessuna agenzia, sarebbe in grado di dare notizie su tutte le quotate. Questo esempio da noi non esiste perché non ce ne occupiamo. In ogni caso capisco che in alcune situazioni possa risultare molto utile. Per le foto, ad esempio, facilmente con l’AI si potrebbero produrre didascalie perfette in cui viene descritta la persona o la situazione, da mettere direttamente a disposizione del redattore che si troverebbe una base già fatta, perfetta, da valutare. Sui lavori ripetitivi, burocratici, di raccolta dati, può essere un grande aiuto. Non di sostituzione ma di aiuto, alleviando e consentendo di utilizzare le persone su cose più di qualità che sono quelle che fanno poi la differenza”.

Quale prospettiva futura intravede per l’applicazione dell’AI al giornalismo?
“Secondo me può diventare uno strumento importantissimo al servizio del giornalista, ma non potrà mai avere le caratteristiche qualitative morali ed emotive che ha il giornalismo. Dunque è uno strumento che va sicuramente preso, studiato, valutato e utilizzato nel modo migliore. Ha una rapidità e un livello di capacità di leggere e interpretare documenti che è molto utile. Quello che è stato un errore è aver reso la tecnologia così aperta, – si pensi a  Open Ai – , utilizzabile da tutti senza conoscere le fonti. In un sistema di fonti chiuse come l’ANSA, invece, sarebbe diverso. Se si applicasse l’intelligenza artificiale al nostro archivio testuale dal 74 ad oggi e a tutte le foto e video, il redattore potrebbe ottenere ciò che gli serve in 10 minuti, senza rischi perchè sapresti che il  materiale è  tuo ed è affidabile. Quindi secondo me l’intelligenza artificiale va vista con grande attenzione e grande apertura, ma anche con grande certezza di non andare a perdere il controllo, sostituire l’uomo, sostituire la professione, le qualità che sono insostituibili da qualsiasi intelligenza artificiale”.

Chiara Esposito

Nata a Napoli. Laureata in Archeologia, storia dell'arte e scienze del patrimonio culturale presso l'Università Federico II e in Editoria e Scrittura alla Sapienza. Aspiro a diventare giornalista professionista.