Il ministro dei Beni culturali, Dario Franceschini, arriva al Colosseo per una cena in occasione dell'inaugurazione del restauro esterno dell'Anfiteatro Flavio, finanziato dalla Tod's di Diego Della Valle, Roma, 01 luglio 2016. ANSA/ANGELO CARCONI

L'Italia approva la Convenzione di Nicosiasul patrimonio archeologico

Via libera quasi unanime alla Camera Franceschini: "Ora pene più severe"

La Camera ha dato il via libera definitivo al disegno di legge di ratifica della Convenzione di Nicosia sulle infrazioni relative ai beni culturali. Entrata in vigore con un consenso quasi unanime – 376 voti favorevoli, nessun contrario e due astenuti – la Convenzione promuove una maggiore cooperazione internazionale ed europea per la lotta contro il traffico illecito e la distruzione di beni culturali. Adottato il 19 maggio maggio 2017 a Cipro, ad oggi il trattato conta altri stati contraenti: Lettonia, Grecia, Messico, Ungheria e Italia.

“La ratifica con voto unanime da parte della Camera dei Deputati della Convezione di Nicosia è un’ottima notizia, che ribadisce il ruolo centrale della cultura per il Paese”, ha detto il ministro della Cultura Dario Franceschini commentando l’approvazione del trattato. La tutela del patrimonio culturale nostrano è già da diversi anni sotto la lente del Parlamento, “che si è sempre pronunciato in modo concorde su tutti i grandi temi che riguardano la tutela e la salvaguardia del patrimonio culturale, dimostrando così quanto esso sia parte costitutiva della nostra identità e fattore di unione tra le diverse parti politiche”, ha spiegato il ministro. Ora è necessario che “anche l’iter del disegno di legge sull’inasprimento delle pene per i reati contro il patrimonio culturale, attualmente all’esame parlamentare, arrivi presto a una giusta conclusione”, ha ribadito Franceschini.

L’obiettivo dell’Italia era infatti quello di ratificare la Convenzione di Nicosia per arrivare a concludere l’iter del disegno di legge sull’inasprimento delle pene per i reati contro il patrimonio culturale, già al vaglio del Parlamento dal 2016. La ratifica della Convenzione implica seri obblighi da parte degli Stati aderenti, che dovranno assicurare l’implementazione di norme efficaci e dissuasive, con pene detentive e pecuniarie adeguate, che riconoscano la specifica gravità criminale dei reati commessi a danno dei beni culturali.