È l’ora del biotestamentoil ddl arriva alla Camera sostenuto da Pd, M5s e SI

Il paziente potrebbe scegliere le cure nel caso di grave situazione clinica

Se ne parla da anni, ora con la morte di Dj Fabo il dibattito sul ’’fine vita” ritorna un tema centrale tra l’opinione pubblica e nell’agenda politica. E così dopo tre rinvii arriva alla Camera una proposta di legge sul biotestamento.  Il testo della relatrice Pd Donata Lenzi riassume più proposte. Ma dietro il ddl incombono divergenze politiche e posizioni contrarie, che da anni bloccano un tema eticamente sensibile. Al Parlamento è ora affidato l’arduo compito di risolvere una questione sollevata dal caso Englaro: dalla morte della donna sono passati ormai otto anni. Ma cosa contiene questa nuova proposta?

Non si parla di eutanasia – il tema è “parcheggiato” in Parlamento da altre quattro proposte di legge –ma di “disposizioni anticipate di trattamento”. Con il biotestamento il paziente potrà mettere nero su bianco le proprie volontà in termini di cure mediche e trattamento, nel caso sopraggiungesse una grave situazione clinica. La legge permetterebbe al paziente di staccarsi dai macchinari che lo tengono in vita, provocandone così la morte. Per questo motivo il trattamento è anche definito “eutanasia passiva”.

C’è chi dice No. Nella galassia politica il biotestamento crea divisioni e spaccature. Contrari alla procedura sono i deputati cattolici, riuniti nei partiti Forza Italia, Fratelli d’Italia, Udc e Lega Nord. Renato Brunetta, capogruppo Fi alla Camera, ritiene il biotestamento un pericolo per «le libertà costituzionalmente tutelate e la sacralità della vita». Parole dure arrivano invece dal deputato della Lega Nord Alessandro Pagano, che considera il ddl una «legalizzazione all’eutanasia per omissione». Ma nel fronte di destra qualcuno va controcorrente. Come Stefania Prestigiacomo, deputata di Fi, che dichiara al Corriere della Sera: «Voterò sì, l’approvazione sarà un atto di civiltà»

Divisone anche tra i promotori. Dalla parte del Sì compaiono i deputati Pd, M5s e Sinistra italiana.  Ettore Rosato (PD) considera la legge «equilibrata, poiché tiene conto dei diritti del malato e tutela il personale sanitario». Dello stesso parere è Titti Di Salvo (SI), che parla di diritti «che restituiranno dignità a tante persone». L’assist alla maggioranza arriva anche dal M5s.  il deputato grillino Vincenzo Caso ha dichiarato che il gruppo è pronto a votare il ddl solo se non ci saranno modifiche. Ma dal Pd arrivano anche alcuni No. Giuseppe Fioroni, ex ministro dell’Istruzione considera la proposta «un testo sull’eutanasia», perché «far morire i pazienti non è mai dignitoso».

Il pomo della discordia. A far discutere le parti politiche è soprattutto il terzo dei cinque articoli che compongono il ddl. Si tratta dei “Dat”, ovvero le “Disposizioni anticipate di trattamento”, che consentiranno al paziente di interrompere la nutrizione e l’idratazione artificiale nel caso di una grave situazione clinica.  Nella procedura rimane ambiguo il rapporto tra medico e paziente. Nel comma 7 dell’articolo 1 di si legge che «il medico è tenuto a rispettare la volontà espressa dal paziente», tuttavia «il paziente non può esigere dal medico trattamenti sanitari contrari a norme di legge, alla deontologia professionale e alle buone pratiche clinico-assistenziali». Una contraddizione che potrebbe dare più libertà ai pazienti, ma al tempo stesso meno autonomia ai professionisti del settore.  Gli Ordini nazionali dei Chirurghi e degli Odontoiatri si dichiarano favorevoli solo nel caso di «rispetto del codice deontologico e dell’autonomia dei medici».

Interviene Marco Cappato. Il radicale e tesoriere dell’associazione Luca Coscioni ha voluto lanciare un appello ai politici: «Se prevale la convinzione dei singoli parlamentari con l’opinione pubblica sempre più favorevole, questa legge passa. Se invece a dominare è la logica dei partiti, delle coalizioni e delle alleanze allora non passerà mai».

Valerio Toma

Nato a Cagliari nel 1992, dopo la maturità scientifica frequenta il corso di laurea in Lingue e Comunicazione alla Facoltà di Cagliari. Completa il percorso accademico con 110 e lode presentando la tesi “Tanti anchor, altrettanti linguaggi’’: uno studio sui modelli di conduzione dei notiziari italiani. Parla fluentemente l’inglese e il tedesco.