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L'ottobre 2023 è stato
il più caldo di sempre
Temperature record ovunque

L'allarme dell'osservatorio Copernicus

a un mese dalla Cop28 di Dubai

di Beatrice D'Ascenzi08 Novembre 2023
08 Novembre 2023

Le conseguenze del cambiamento climatico | Foto Pixabay

ROMA – Quello del 2023 è stato il mese d’ottobre più caldo mai registrato. A rivelare il dato allarmante è l’osservatorio europeo sui cambiamenti climatici Copernicus (C3s). Secondo gli esperti quest’anno sembra infatti destinato “quasi certamente” a superare il triste record di temperatura del 2016, con conseguenze sempre più preoccupanti per il nostro pianeta. Le temperature registrate sono infatti causa di siccità, incendi e violenti uragani e alimentano inevitabilmente gli avvertimenti degli scienziati in merito al cambiamento climatico. 

Secondo Copernicus il mese scorso – che ha visto il termometro sfiorare una media di 15,38 gradi sulla superficie terrestre – ha superato di 0,4 gradi il precedente record di ottobre 2019. Un’anomalia eccezionale per le temperature globali che porta l’ottobre del 2023 ad essere di “1,7 gradi più caldo della media degli ottobre del periodo tra il 1850 e il 1900″. Avvertimenti, quelli degli scienziati, che faranno da sfondo alla Cop28, la 28esima conferenza sul clima delle Nazioni Unite, in programma a Dubai dal 30 novembre al 12 dicembre. “La sensazione di urgenza di intraprendere un’azione ambiziosa sul clima in vista della Cop28 non è mai stata più forte”. ha affermato in un comunicato Samantha Burgess, vicecapo di C3s. 

Un rischio quello legato alle conseguenze dei mutamenti climatici che riguarda da vicino anche il nostro Paese. Secondo quanto affermato da Coldiretti – sulla base dati Isac Cnr – ottobre è stato il mese più bollente di sempre anche in Italia, dove la temperatura ha guadagnato 3,15 gradi rispetto alla sua media storica. Una realtà fortemente correlata ai danni del maltempo riscontrati al centro Italia dal passaggio della tempesta Ciaran, dove le precipitazioni record non sono state assorbite dal terreno a causa del lungo periodo di caldo e siccità. Dopo i danni riscontrati al centro Italia dal passaggio della tempesta, prosegue l’ondata di maltempo sulla penisola, che vede scattare l’allerta arancione in Veneto e quella  gialla in sette regioni: Calabria, Campania, Emilia Romagna, Basilicata, Puglia, Sicilia e Molise. Sale a otto il bilancio dei morti dell’alluvione del 2 novembre scorso, dopo il ritrovamento dell’anziano disperso a Prato.

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