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HomeCronaca Mattarella ricorda Willy Monteiro: “È un nostro ragazzo. La violenza è debolezza”

Omicidio Willy Monteiro
Mattarella all'anniversario
"Un italiano esemplare"

Le tappe del processo e le sentenze

Doppio round in Cassazione per i Bianchi

di Sofia Landi16 Settembre 2025
16 Settembre 2025

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella alla cerimonia commemorativa del quinto anniversario della morte di Willy Monteiro Duarte | Foto Ansa

COLLEFERRO – “La violenza non è forza ma debolezza”. Ad affermarlo fu Benedetto Croce. Oggi, a ricordarlo con fermezza, è il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, intervenuto nel corso di una cerimonia istituzionale in occasione del quinto anniversario della morte di Willy Monteiro Duarte. Il capo di Stato ha commemorato il giovane – ucciso durante un pestaggio mentre difendeva un amico – come un “italiano esemplare” che non sarà dimenticato. In prima fila, nella piazza di Colleferro dove si tiene la celebrazione – dedicata proprio al 21enne ucciso – anche il sindaco Pierluigi Sanna e il presidente del Consiglio regionale Antonio Aurigemma. Intanto, i fratelli Bianchi condannati per omicidio volontario in appello, cercano uno sconto della pena. 

Il Presidente Sergio Mattarella: “Sui social vengono amplificate parole d’odio”

Prima di arrivare, in un clima di generale commozione, il capo dello Stato ha incontrato Lucia Monteiro Duarte e Milena Monteiro Duarte, madre e sorella di Willy. Poi, nel solenne discorso tenuto in ricordo del giovane, ha voluto accendere un campanello d’allarme sui social network, dove “il diverso da se stessi viene visto come un nemico da combattere e abbattere”, in forza del rifiuto della realtà e del rispetto delle opinioni. “Sui social e non solo – ha spiegato il Presidente – vengono amplificate parole di odio accompagnate da una narrazione per provocare conflitti, divisioni e scontri”. 

Le tappe della vicenda: la notte dell’omicidio

Willy Monteiro è morto nella notte del 6 settembre 2020. Dal ritorno dal suo lavoro in un ristorante, viene pestato di botte mentre difende un amico durante una lite. Quattro ragazzi – che poi saranno giudicati colpevoli – scappano in auto, ma vengono arrestati poco dopo dai carabinieri nella vicina Artena. 

Le condanne a carico dei fratelli Bianchi

Il reato per il quale tutti gli aggressori sono stati giudicati colpevoli è lo stesso: concorso in omicidio volontario con dolo eventuale, e cioè accettando che Willy potesse morire per i colpi ricevuti anche se non c’era un piano “esplicito” per ucciderlo. La condanna più pesante è l’ergastolo a carico di Marco Bianchi, il minore dei due fratelli Bianchi che secondo le sentenze hanno iniziato l’aggressione. A suo fratello, invece, sono stati inflitti 28 anni. Ad essere condannati, rispettivamente a 23 e 21 anni di reclusione, anche Mario Pincarelli e Francesco Belleggia.

Il processo e la sentenza definitiva in Cassazione

Dopo la sentenza di primo grado, i giudici della Corte d’Assise hanno ridotto in appello la pena per i due iniziatori del pestaggio a 24 anni, condannando invece degli altri due imputati. Mario Pincarelli e Francesco Belleggia sono poi stati condannati definitivamente dalla Corte di Cassazione a 21 e 23 anni di carcere. Confermata in appello bis la pena all’ergastolo per Marco Bianchi e a 28 anni di reclusione per Gabriele Bianchi, ora in cerca di uno sconto della pena in un nuovo round in Cassazione.

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