Una persona che indossa una mascherine protettiva cammina con una pizza d'asporto a Codogno, riaperta dopo la decisione del Governo di eliminare la "zona rossa" nei comuni della Bassa rimasti in isolamento per due settimane per l'emergenza coronavirus. 9 Marzo 2020. ANSA/Marco Ottico

Maxitruffa di mascherinee gel disinfettanti a BariSequestrati 30mila prodotti

Complici anche le farmacie, fino 6mila% l'incremento dei prezzi dei prodotti

Sequestrati 30 mila prodotti tra mascherine e disinfettanti per mani per un valore di 220mila euro in provincia di Bari. I sequestri sono stati condotti dalla Guardia di Finanza a seguito di perquisizioni che hanno interessato 30 società di 22 comuni. I reati contestati sono speculazione, truffa e vendita fraudolenta.

I titolari delle imprese commerciali, di nazionalità italiana e cinese, operavano nei settori della produzione di cosmetici e del commercio all’ingrosso e al dettaglio, e anche attraverso piattaforme di vendita online di saponi, detersivi, profumi, erboristeria e ferramenta. La riconversione a prodotti sanitari è stata rapida e ha approfittato, da un lato, del sentimento di allarme della popolazione e, dall’altro, dell’esaurimento nelle farmacie di mascherine e disinfettanti.

Le aziende perquisite si sarebbero avvalse proprio della collusione con queste farmacie che avrebbero venduto mascherine con una percentuale esponenziale di rincaro rispetto al prezzo di acquisto fino al 6.000% in più. Inoltre, acquistavano maxi confezioni di mascherine da queste aziende “per poi immetterle in consumo, dopo averle riconfezionate in singole bustine trasparenti”, come hanno spiegato gli inquirenti. In altri casi sono stati individuati venditori che offrivano gel e salviette igienizzanti per le mani presentandoli con scritte e simboli ingannevoli sulle confezioni e con messaggi pubblicitari, come prodotti con azione disinfettante.

Si tratterebbe, quindi, di due truffe parallele: quella delle farmacie e quella delle imprese da cui esse stesse si rifornivano. L’attività delle forze dell’ordine, disposta dal procuratore aggiunto Roberto Rossi, ha riguardato i comuni di Acquaviva delle Fonti, Altamura, Andria, Bari, Bitonto, Capurso, Castellana Grotte, Conversano, Gioia del Colle, Gravina in Puglia, Grumo Appula, Locorotondo, Minervino Murge, Modugno, Mola di Bari, Monopoli, Noci, Palo del Colle, Polignano a Mare, Putignano, Ruvo di Puglia e Toritto.

La Procura ha precisato che “tutti i prodotti che vantano in etichetta un’azione di disinfezione o che riportano l’indicazione del termine ‘sanitizzante/sanificante’ (classificati come biocidi), sono posti in commercio solo dopo aver ottenuto una specifica autorizzazione da parte del Ministero della Salute o dell’Unione europea. Viceversa, i prodotti che riportano in etichetta diciture, segni, pittogrammi, marchi e immagini che di fatto riconducono a qualsiasi tipo di attività igienizzante e di rimozione di germi e batteri, senza l’indicazione della specifica autorizzazione di cui sopra, non sono da considerarsi come prodotti con proprietà disinfettanti/biocidi” ma sono soltanto prodotti detergenti.

Laura Bonaiuti

Laura Bonaiuti è nata a Fiesole (Fi) nel 1992. La sua passione è il giornalismo in qualsiasi sua forma. Vuole raccontare storie su carta, online, in televisione, su youtube e potenzialmente dappertutto. Ha scritto, tra gli altri, per La Repubblica (cartaceo e online) e ha collaborato con il programma televisivo Matrix su Canale 5 a Roma, dove si è trasferita da agosto 2017. Fa parte della redazione del mensile cartaceo “The New’s Room”. Adesso è giornalista praticante presso LUMSA Master School dove studia nel biennio 2018-2020. Nel maggio 2015 ha pubblicato il romanzo “Se nessuno sa dove sei” con Edizioni Piemme e "Non c'è posto per me" nel gennaio 2020 con Giunti.