Persone in fila nella notte a un supermercato del quartiere Balduina, Roma 10 marzo 2020. ANSA/ALESSANDRO DI MEO

"Chiudiamo la Lombardiaper due settimanealtrimenti sarà collasso"

L'assessore al Welfare lombardo Gallera "Solo così il sistema potrà reggere"

“A questo punto per 15 giorni proviamo a chiuderci, a evitare qualunque occasione di uscire di casa e così a soffocare la diffusione del virus”. Altrimenti il sistema sanitario regionale e nazionale va al collasso. Non usa mezzi termini l’assessore lombardo al Welfare Giulio Gallera, ospite in diverse trasmissioni televisive: “Noi avevamo già a chiesto di chiudere tutte le attività commerciali, perché se io esco per andare a lavorare non posso fermarmi a fare shopping. Ma forse è arrivato anche il momento di inasprire ancora di più misure”  ha confermato Gallera, citando il tema delle chiusura delle attività produttive dei mezzi di trasporto. “Chiudere per 15 giorni interamente almeno la Lombardia può servire a ridurre o bloccare diffusione del virus, lo dicono gli esperti. Perché noi – ha aggiunto – altri 15 o 20 giorni con una crescita così forsennata delle persone nei pronto soccorso e nelle terapie intensive non li reggiamo, non li regge la Lombardia e non li regge l’Italia”. Una proposta che verrà valutata “con il presidente Attilio Fontana e con i sindaci” ha spiegato Gallera, convinto che “mettere in campo misure molte dure subito ci può consentire di arrestare nell’arco di 7-10 giorni la crescita in modo che il sistema riesca a reggere”.

Il Coronavirus infatti ha deciso di continuare a crescere nel nostro Paese: secondo gli ultimi dati diffusi dalla Protezione Civile, sono oltre 9.000 i contagiati nel nostro paese, oltre 400 i morti e circa 700 i guariti (qui per seguire l’aggiornamento costante dei dati nel nostro Paese). Di questi, 2.936 si trovano in isolamento domiciliare, 4.316 ricoverati con sintomi e 733 in terapia intensiva, a fronte degli oltre 50.000 tamponi effettuati finora.

Per questo il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha emanato un decreto, ribattezzato “Io resto a casa” ed entrato ufficialmente in vigore questa mattina, volto a limitare gli spostamenti su tutto il territorio nazionale, fatta eccezione per chi deve recarsi a lavoro, per le emergenze sanitarie e per chi deve raggiungere il luogo di residenza o domicilio. In tutti questi casi sarà però necessario compilare un modulo di autocertificazione (scaricabile qui) da mostrare durante i controlli. Sanzioni pesanti per chi viola le disposizioni anti-Coronavirus: si rischia fino a tre mesi di arresto e multe a partire da 206 euro. Al momento non è previsto nessuno stop ai trasporti pubblici.

Nonostante il decreto non preveda in alcun modo la chiusura dei negozi in molte città ma, al contrario, è garantita l’apertura dei negozi di alimentari e farmacie, nella notte è scattato l’assalto ai supermercati. A Roma sono state centinaia le persone con carrelli pieni di provviste, come patate, biscotti, latte, zucchero e farina. A Palermo, in pieno centro nei pressi di via Libertà, a causa dell’impetuosa affluenza in un supermercato è stato necessario l’intervento degli agenti di polizia.  A Napoli anche alcuni calciatori del Napoli Calcio nella tarda serata di ieri si sono messi in fila per fare la spesa al supermercato. Dopo l’annuncio del presidente del Consiglio dell’estensione delle limitazioni lombarde a tutta l’Italia, in centinaia a Napoli sono andati a fare approvvigionamento di generi alimentari nei supermercati notturni che già da alcuni giorni fanno rispettare un numero massimo di clienti all’interno del negozio. E così alcuni tifosi azzurri hanno fotografato José Callejon e Fernando Llorente che erano in fila con il carrello della spesa all’esterno di un supermercato del Vomero. In coda all’esterno di un altro supermercato anche il portiere David Ospina, con la moglie che ha postato su Instagram una storia mentre i due erano in coda per entrare alle 23.10.

A fronte di questi episodi il governo ha diramato una nota per chiarire ulteriormente la situazione dove si legge: “Non c’è alcuna ragione di affrettarsi perché sarà garantito regolarmente l’approvvigionamento alimentare”.

Il testo integrale del decreto

Chiara Viti

Classe 1993. Ha studiato Filosofia a Roma e si è specializzata in Editoria e Giornalismo. Si è avvicinata al mondo della comunicazione lavorando come Ufficio Stampa, poi uno stage nella redazione di Report (Rai 3). Adesso è giornalista praticante presso la Lumsa Master School.