Un barcone di migranti ANSA / ETTORE FERRARI

Migranti, a Lampedusahotspot supera di tre voltela capacità massima

Il sindaco Martello a Lumsanews "E' emergenza continua"

Non si fermano gli sbarchi a Lampedusa, nonostante la grave situazione all’interno dell’hotspot, che rischia di collassare per il sovraffollamento. Continui i trasferimenti sulla terraferma per alleggerire la situazione, ma il numero degli arrivi supera quello delle partenze e nel centro di accoglienza le cifre sono ancora tre volte superiori alla capienza massima. Oltre ai migranti trasportati dalle Ong, ci sono anche gli sbarchi fantasma a peggiorare la situazione. Tre solo nella giornata di ieri, per un totale di 171 persone approdate autonomamente sull’isola.

Nelle ultime due settimane sono quasi 600 i nordafricani arrivati a Lampedusa e l’emergenza si estende anche alle forze dell’ordine, in numero insufficiente rispetto agli interventi quotidiani legati alla nuova ondata di sbarchi. LumsaNews ha intervistato il sindaco di Lampedusa, Salvatore Martello.

Cosa sta succedendo a Lampedusa?
“Quello che succede da sempre. Sovraffollamento. Da quando c’è il nuovo ministro dell’Interno ogni mattina vengono caricati sulle navi e trasferiti in Sicilia circa 80 migranti ma il problema resta”.

Ad oggi, come è cambiata la situazione rispetto a sei mesi fa?
“È cambiato che abbiamo un filo diretto con il Ministero dell’Interno, che il 25 settembre invierà una delegazione per osservare la situazione di Lampedusa e cercare di trovare una soluzione”.

Lei qualche giorno fa, rispetto alla scelta del governo di nominare Lampedusa porto sicuro per l’arrivo della nave Ocean Viking, ha affermato: “accoglienti si, cretini no”.
“Ho detto quella frase solo perché la nave era vicina alle coste siciliane e mi sembrava un controsenso farla tornare indietro e riportare nell’hotspot di Lampedusa i migranti che erano sulla nave dell’Ong. Poi mi hanno telefonato dal Ministero dell’Interno e mi hanno detto che li stavano portando perché l’hotspot in Sicilia era pieno e che la mattina dopo li avrebbero trasferiti, cosa che è avvenuta”.

Cosa pensa del nuovo accordo dell’Italia con i Paesi europei? Potrebbe essere una soluzione al problema?
“Il problema italiano si risolve solo se la trattativa avviene con tutti i Paesi europei, è una decisione che deve prendere l’Europa per cercare di stabilire un comportamento costante, non solo durante le emergenze”.

Ma soprattutto bisogna iniziare a parlare di flussi regolari perché ancora oggi in Italia non si può arrivare in regola neanche per lavorare perché i provvedimenti sono chiusi.

Federica Pozzi

Federica Pozzi, nata a Roma il 12 febbraio 1994. Diplomata al liceo classico e laureata all’Università degli studi di Roma “La Sapienza” in Lettere moderne (laurea triennale) e in Editoria e scrittura (laurea specialistica). Appassionata di giornalismo, soprattutto di politica interna, esteri e calcio.