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HomeCronaca Milano, il padre di Ramy: “Mio figlio sarà sepolto in Italia”. Oggi l’autopsia

Piantedosi manda i rinforzi
"A Milano 600 agenti"
dopo gli scontri al Corvetto

Ramy sarà sepolto in Italia

Oggi l'autopsia sul corpo del 19enne

di Clara Lacorte29 Novembre 2024
29 Novembre 2024

Il padre di Ramy Elgaml, morto dopo un inseguimento con i carabinieri, davanti all'obitorio | Foto Ansa

MILANO – È prevista per oggi l’autopsia sul corpo di Ramy Elgaml, il 19enne egiziano morto a Milano dopo un inseguimento con una pattuglia dei carabinieri. L’esame servirà a capire meglio le dinamiche dell’incidente, mentre il lavoro degli inquirenti prosegue. Al momento, tra gli indagati, uno dei due agenti ed il 22enne di origini tunisine, amico della vittima, alla guida dello scooter. 

La morte di Ramy ha scatenato un’ondata di proteste e disordini nel quartiere milanese di Corvetto, nella periferia sud della città. In modo particolare nei giorni scorsi la zona è stata presa d’assalto da tantissimi giovani a volto coperto. Autobus distrutti, vetri rotti, fuoco e cassonetti bruciati hanno mostrato tutta la rabbia di ragazzi che hanno chiesto “Giustizia per Ramy”, come scritto su alcuni striscioni. Fatti da cui gli amici di Ramy hanno preso subito le distanze precisando che “chi ha messo a ferro e fuoco la città veniva da fuori”.

Risuonano, in queste ultime ore, le parole del padre di Ramy che spiega: “Nostro figlio sarà sepolto in Italia, si sentiva italiano” e aggiunge “Che senso avrebbe portarlo in Egitto, dove noi che siamo lontani non potremmo nemmeno andarlo a trovare?”. Parole piene di commozione a cui si sono aggiunte quelle rilasciate dall’arcivescovo Delpini a Repubblica: “A Milano serve più integrazione basta con i catastrofismi”, ponendo l’attenzione su un problema, quello dell’integrazione, che sembra essere quanto mai stringente. 

Intanto, a Milano entro gennaio arriveranno circa 600 uomini delle forze dell’ordine in aggiunta agli agenti già presenti sul territorio. Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha fatto sapere di aver preso questa decisione già da tempo, ma è stata annunciata ieri al termine del vertice che si è tenuto in prefettura. Presente anche il sindaco di Milano Sala che ha precisato: “Non va bene parlare di banlieue, ma non va bene neanche chiudere gli occhi e fare finta che vada tutto bene”.
Le proteste per la morte del giovane 19enne interessano anche Torino, dove in queste ore un corteo studentesco di ragazzi pro Palestina è sceso per strada chiedendo “Verità e giustizia per Ramy”.
Sabato, invece, è prevista una fiaccolata commemorativa per per la vittima in piazza Gabrio Rosa a Milano.

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