“Quei 5Stelle vicini al peronismo
troppo ambigui per dare risposte efficaci”

Mazzolini, analista politico all'università di Essex
"Sono bravi a aggregare i bisogni inevasi della gente"

Samuele Mazzolini è ricercatore in Scienza Politica presso l’Università di Essex. In particolare lavora presso un dipartimento che porta il nome di Ernesto Laclau, politologo che cercò di definire il populismo come una modalità di costruzione della politica, che può essere orientata sia in termini regressivi che progressisti.  È impegnato nella costruzione di un nuovo soggetto politico, Senso Comune, dove intende rivendicare il populismo come possibilità di emancipazione sociale. In maniera simile a come ha già fatto Podemos in Spagna.

Che cos’è il populismo secondo lei?

“Molti lo usano come epiteto dispregiativo. Ernesto Laclau rivendicava il termine, non perché abbia un’accezione sempre positiva, ma per derivare a partire da quel termine una logica politica che raccolga bisogni inevasi di una larga fetta di popolazione e che abbia come avversario la parte che le frustra. Il termine può perciò servire sia come mezzo analitico che per scopi direttamente politici. Per Laclau la sinistra dovrebbe abbeverarsi a questo termine”.

In che termini il M5S è populista, se lo è?

“Ne possiamo parlare come un movimento che è populista in virtù della sua capacità di aggregare domande eterogenee tra loro intorno alle 5 Stelle del programma, che rappresentano temi prima non presidiati e che non devono essere necessariamente legati tra loro. Temi a cui i partiti politici non riescono a dare risposta e che per questo diventano avversari. La classe politica è il nemico del populismo pentastellato. Per Laclau inoltre nel populismo c’è sempre un elemento che riesce ad essere il catalizzatore di tutte queste richieste, che lui chiamava “significante vuoto”. Per me questo è rappresentato dalla questione morale nel M5S. Non tanto Grillo, che è un leader che compare e scompare e spesso delega ad altri le funzioni gestionali. I discorsi del M5S sono però per me insufficienti per la comprensione della realtà”.

A quali movimenti politici del passato lo potremmo paragonare?

Ho scritto un articolo per Il Fatto Quotidiano dove paragono il M5S al peronismo. Così come il movimento di Grillo, quello di Juan Domingo Perón era in grado di attrarre una serie di domande eterogenee coinvolgendo identità molto diverse, che però mal si conciliano tra loro. Il M5S è perciò un movimento intrinsecamente ambiguo, troppo perché possa dare risposte efficaci”.

Lei con Senso Comune vorrebbe iscrivere il populismo in un discorso di sinistra?

“Per me sul piano politico non ha più senso insistere sulle liturgie della sinistra, non più in grado di attrarre la parte positiva del senso comune. Preferisco parlare di contrapposizione basso-alto, garantiti-non garantiti. A livello analitico però non viene meno la distinzione destra-sinistra basata sulla divisione gerarchia-uguaglianza”.

Christian Dalenz

Nato a Roma il 30/10/85. Laureato all’Università La Sapienza (Roma) in Relazioni Economiche Internazionali nel 2011 e in Analisi Economica delle Istituzioni Internazionali nel 2014, e in Economic Policy alla Facoltà di Arti e Scienze Sociali dell’Università di Kingston (Londra) nel 2016. Scrive articoli di politica, economia, cinema e musica per varie testate, tra cui Lumsanews, Forexinfo e Slowcult. Facebook: https://www.facebook.com/articolidalenz