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HomeEsteri Muro di droni, stallo Nato-Ue. Hegseth all’Europa: “Nessuno scrocchi”. Attesa per vertice Zelensky-Trump

Nato-Ue litigano sui droni
Hegseth ammonisce l'Europa:
"Meno parole, più fatti"

Domani Zelensky da Trump

Nella notte 37 missili russi su Kiev

di Giacomo Basile16 Ottobre 2025
16 Ottobre 2025
terre rare

Il presidente americano Donald Trump insieme al presidente ucraino Volodymir Zelensky | Foto Ansa

BRUXELLES – Continua il braccio di ferro tra Unione Europea e Nato sul “muro di droni”, con il segretario americano “alla Guerra” Pete Hegseth che riprende i sui omologhi durante la riunione del Gruppo di contatto per l’Ucraina. Intanto, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky si prepara per il viaggio a Washington per discutere delle forniture energetiche e del possibile dispiegamento dei missili Tomahawk. Continua l’offensiva russa: nella notte le infrastrutture energetiche e civili ucraine sono state colpite da 37 missili e più di 300 droni.

Il monito di Hegseth durante la riunione NATO del Gruppo di contatto per l’Ucraina

Al quartier generale del Patto Atlantico Hegseth non ha usato mezzi termini per chiedere maggiore coinvolgimento dei paesi europei nella difesa dei confini. “Gli alleati ripetono spesso che la sicurezza dell’Ucraina è sinonimo di sicurezza europea. Bene, allora è il momento per tutti i Paesi della NATO di trasformare le parole in azione, sotto forma di investimenti concreti. Tutti i Paesi attorno a questo tavolo, senza scrocconi o approfittatori”, ha affermato il segretario alla Guerra. Non sono mancate le minacce di ritorsioni in caso di  investimenti carenti. “Gli Stati Uniti sono pronti a esercitare pressioni di una portata che solo gli Stati Uniti sono in grado di fare” ha concluso Hegseth. Un messaggio ribadito anche durante l’incontro a Washington tra i ministri dell’Economia del G7, da cui Giorgetti è uscito dicendo che per la difesa “servono un sacco di soldi e sostanzialmente deve metterli l’Europa”.

Zelensky venerdì a Washington per discutere della fornitura di Tomahawk

Mentre gli americani cercano maggiore coinvolgimento degli alleati europei nel conflitto russo ucraino, il presidente Volodymyr Zelensky si prepara per il suo viaggio a Washington. Venerdì 17 ottobre il leader ucraino, oltre al presidente Donald Trump, incontrerà i rappresentanti delle aziende statunitensi che operano nel settore della difesa per discutere nuove forniture militari. Al centro dei colloqui ci dovrebbero essere i missili Tomahawk, nonostante le minacce di ritorsione del Cremlino che – in caso di dispiegamento – prevede una “pericolosa escalation delle relazioni tra Russia e Stati Uniti”. 

Continua l’offensiva russa: colpite infrastrutture energetiche ucraine

Ma, alla vigilia del bilaterale, i cieli ucraini si sono popolati di “300 droni d’attacco e 37 missili, molti dei quali balistici”, come riportato dallo stesso Zelensky su Telegram. “Le infrastrutture delle regioni di Vinnytsia, Sumy e Poltava sono state attaccate” prosegue. Versione confermata anche dai russi, che affermano di aver colpito un polo energetico che “sostiene il funzionamento del complesso militare-industriale ucraino”. Nei raid sono stati impiegati anche missili ipersonici Kinzhal, riferisce il ministero della Difesa russo, affermando che le azioni sono state compiute “in risposta agli attacchi terroristici dell’Ucraina contro obiettivi civili sul territorio della Russia”.

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