Nft applicati all’impresaTecnologia versatilema attenzione alla bolla

Ricci, founder di Scaling Parrots “Cripto-arte senza utilità né valore”

Alessandro Ricci è fondatore e CEO di Scaling Parrots, azienda specializzata di blockchain. A Lumsanews ha parlato di non-fungible token e delle sue possibili applicazioni oltre al mercato dell’arte digitale.

Di cosa si occupa la sua azienda, Scaling Parrots, e cosa ha spinto lei a entrare nel cripto-universo di cui gli Nft fanno parte?
“La società si occupa di blockchain e criptovalute dal 2017. Siamo specializzati in consulenza e sviluppo di programmi in questo settore. Parliamo con imprenditori, manager, e capiamo cosa si può fare nel loro caso per una crescita basata sulla blockchain. Gli Nft sono arrivati dopo e questo tipo di token ha applicazioni molto valide. Io sono stato spinto dal fascino per questa innovazione continua e dall’idea che ci sia ancora molto da fare”.

Qual è per lei il risvolto che il fenomeno degli Nft ha sull’economia?
“Il lato degli investimenti è una bolla perché la gente investe non per possedere ma solo per rivendere ad un prezzo maggiore. In un Nft non c’è nessun valore come opera d’arte. E non c’è neanche esclusività: vero che solo una persona ha il possesso dell’opera ma chiunque può vederla e usufruirne ugualmente. Questa bolla potrebbe scoppiare da un momento all’altro e tra quattro anni solo il 5% degli Nft rimasti sul mercato avranno ancora una valore minimo. Ci sono tanti altri possibili utilizzi interessanti degli Nft in ambito industriale”.

Al momento si tratta di un fenomeno di nicchia, ma secondo lei potrà essere esteso ad altri ambiti?
“Secondo me l’Nft è uno standard tecnologico molto applicabile. Non trovo utile lanciare centinaia di opere di cripto-arte al giorno: adesso va di moda ma non ha nessuna utilità. Certo gli artisti migliori (come il famosissimo Beeple) resteranno nel tempo ma la maggior parte degli altri morirà. Ambiti di applicazione interessanti sono aziende e industria. Si può fare un buon utilizzo degli Nft per garantire, ad esempio, il certificato di “biologico” che si trova sulle bottiglie con il disegno della fogliolina. Basterebbe un Nft legato all’oggetto reale e chiunque potrebbe certificare il suo essere biologico senza il rischio di falsificazioni. O ad esempio realizzare i buoni del supermercato in formato Nft: avrebbe un minore impatto ambientale e avrebbe valore per evitare gli scambi”.

Il riciclaggio di denaro sporco è uno dei limiti negativi del metaverso. Quali sono secondo lei i pregi e i rischi che il mondo degli NFT porta con sé?
“Il riciclaggio di denaro sporco ci potrebbe anche essere ma non credo sia il punto principale. Il lato positivo è che questo tipo di tecnologia è molto versatile e si rende affine a qualsiasi tipo di utilizzo. Un lato negativo è quello economico legato alla bolla di cui ho già parlato. Poi non c’è una regolamentazione chiara. Il mondo digitale non si potrà mai controllare del tutto ma perlomeno si può regolamentare. E questo è anche il motivo per cui ancora questo mercato non ha chiuso: tutto è centralizzato e disintermediato quindi gli Stati si devono arrendere all’idea di non poterlo controllare. L’unica cosa che si può fare è regolamentare”.

Claudia Torrisi

Mi chiamo Claudia Torrisi, ho una laurea triennale in Lettere moderne e una magistrale in Editoria e scrittura, conclusa con una tesi riguardante la disinformazione e il fenomeno deepfake.