ROMA – Immagini generate con l’intelligenza artificiale che spogliano i corpi delle donne. Esplode un altro caso di sessismo online, l’ennesimo dopo i siti “Phica.net” e “Mia moglie”. La denuncia arriva dalla giornalista Francesca Barra: “È una violenza e un abuso che marchia la dignità, la reputazione, la fiducia. Un furto dell’immagine, del corpo, della libertà”.
Un sito con circa 7 milioni di iscritti
Si chiama “SocialMediaGirls” la piattaforma per adulti che mette a disposizione uno specifico servizio di deepfake pornografico. Caricando la fotografia di una persona, l’intelligenza artificiale può generare una nudo, esponendolo agli occhi e ai commenti dei sette milioni di utenti che visitano il sito da tutto il mondo. Sono migliaia le donne la cui immagine ha subito tale trattamento, e tra loro un lungo elenco di nomi italiani. La maggior parte appartiene alla scena pubblica e al giornalismo televisivo, molte altre al mondo dello spettacolo e della musica. Questa massiccia manipolazione risale al 2023 e ha generato finora 46 pagine di contenuti sessisti, su cui ora la polizia postale ha avviato accertamenti.
L’appello di Francesca Barra: “Non voltiamoci dall’altra parte”
Tra le prime a segnalare questo abuso c’è la giornalista Francesca Barra, che ha studiato presso l’Università Lumsa. Sui social Barra denuncia ed esprime l’indignazione per quanto subito, ma sottolinea anche quale sia il problema reale di quest’episodio: “Non si tratta di spogliarsi o non spogliarsi, o di scegliere come mostrare il proprio corpo. Una donna che decide di mostrarsi nuda non è meno degna di rispetto o di protezione rispetto a chi non lo fa”. Per la giornalista, il punto è proprio quello di poter disporre della propria immagine, che significa “essere riconosciute come persone, non come oggetti”. Il vero nodo è il consenso, sottolinea nel post, perché manipolare l’immagine di qualcuno è un furto “che colpisce il corpo, ma anche la dignità, la privacy, la libertà”. Il suo primo pensiero è stato per le giovani generazioni, per le ragazze “che subiscono la stessa violenza digitale e che forse non hanno i miei stessi strumenti per difendersi o la mia forza per reagire”. Proprio per questo denunciare, secondo la giornalista, è fondamentale. Il silenzio protegge chi abusa e chi umilia: “La differenza, oggi più che mai, la fa chi sceglie di non voltarsi dall’altra parte. E chi non dice “ignorate”, ma combatte”.
Montaruli di FdI: “Serve un’azione mirata”
Da Fratelli d’Italia arrivano le parole di Augusta Montaruli, vice capogruppo alla Camera, che chiede un’azione mirata da parte delle autorità. “Ancora una volta violenza e abusi sulle donne” dichiara la deputata, sottolineando che “si tratta dell’ennesima piattaforma di questo genere, emersa grazie alla denuncia della giornalista Francesca Barra”. Montaruli riconosce l’urgenza di un intervento che possa fermare “questo abuso continuo su centinaia di donne. Non è questo il prezzo che siamo disposte a pagare per l’innovazione e la tecnologia di cui si dovrebbe fare ben altro uso”. Lo specifica anche Francesca Barra sui social: la tecnologia dovrebbe essere strumento di progresso, “invece troppo spesso diventano armi di manipolazione, di vergogna, di distruzione dell’identità. Chi crea, diffonde o ospita questo materiale commette un reato”. La giornalista nota poi un ritardo delle autorità, perché “troppo spesso le leggi, la rete e le piattaforme arrivano dopo. Nessuna donna, nessuna ragazza dovrebbe trovarsi di fronte a un corpo inventato e sentirsi ferita due volte: nell’immagine e con l’impunità”.


