HomeCronaca Papa Francesco. Un viaggio lungo dieci anni

Papa Francesco
Un viaggio lungo
dieci anni

I gesti, gli incontri, le riforme del

Papa arrivato "dalla fine del mondo"

di Chiara Esposito14 Marzo 2023
14 Marzo 2023

“Hanno scelto il Papa alla fine del mondo”. Sono le 19 del 13 marzo 2013 quando Papa Francesco saluta per la prima volta i fedeli dalla loggia delle Benedizioni davanti a una piazza San Pietro stracolma di gente. Da quel giorno sono trascorsi dieci anni. Un decennio durante il quale con prese di posizione, riforme, atti ufficiali ma anche semplici gesti, il Papa ha affrontato di petto questioni cruciali, dalla cura del Creato alla lotta alle diseguaglianze e alle discriminazioni, senza tralasciare i valori di pace e fratellanza tra i popoli.

Una Chiesa povera

Il programma di novità del pontificato di Jorge Mario Bergoglio, il primo Papa gesuita e originario del Sud America, è già scritto nel suo nome: Francesco, come il Santo di Assisi, che dedicò la sua vita all’assistenza dei poveri. Già durante la prima audizione nell’aula Paolo VI, pochi giorni dopo essere stato eletto dal conclave, il Papa esprime il desiderio di ritornare a “una Chiesa povera per i poveri” improntata ai valori di condivisione e cura del prossimo.
Con l’esortazione apostolica Evangelii gaudium, promulgata il 24 novembre 2013, prende ufficialmente avvio il processo di trasformazione della Chiesa voluto da Bergoglio, cioè una Chiesa in uscita e missionaria. Un cambiamento che trova concretezza nella Costituzione apostolica Predicate Evangelium, promulgata il 19 marzo 2022, che ha portato infatti a una riforma della Curia, introducendo novità importanti come la nascita di un Dicastero per il Servizio della Carità.

Il rapporto con Benedetto XVI

Nel suo primo viaggio all’estero, in occasione della giornata mondiale della gioventù a Rio de Jainero, Papa Francesco parla così del suo rapporto con il Papa emerito: “È come avere un nonno saggio in casa”. Dopo la rinuncia di Benedetto XVI l’undici febbraio 2013, per la prima volta nella storia della Chiesa ci sono due Papi. Diversi i momenti in cui i due Pontefici testimoniano la loro amicizia e collaborazione, a partire da quell’enciclica Lumen Fidei scritta a quattro mani. Poi l’incontro a Castel Gandolfo, il 23 marzo 2013, quando il Papa emerito affida al neo-eletto Francesco i documenti dell’inchiesta “Vatileaks”. E ancora l’apertura del Giubileo straordinario della Misericordia, l’8 dicembre 2015, quando Francesco e Benedetto varcano insieme la Porta Santa di San Pietro.

Papa Francesco saluta il Papa emerito Benedetto XVI nella visita a Castelgandolfo, il 30 giugno 2015
| Foto Ansa

La vicinanza ai migranti

Lungo tutto il corso del suo pontificato, per rispondere in prima persona al richiamo missionario della Chiesa, il Papa va spesso fuori dalle mura vaticane. Complessivamente sono 40 i viaggi apostolici compiuti in tutto il mondo, 36 invece le visite solo in Italia. Significativa è la scelta della sua prima meta pastorale, Lampedusa, isola simbolo dell’accoglienza ai migranti. L’8 luglio 2013, davanti a diecimila persone, Bergoglio celebra una messa penitenziale, pronunciando parole durissime per denunciare quella “globalizzazione dell’indifferenza” che ha portato la società a “dimenticare l’esperienza del piangere”. Un monito, questo, ribadito instancabilmente negli anni. L’ultimo appello in ordine di tempo è quello dopo il naufragio di Cutro, durante l’Angelus pronunciato il 5 marzo 2023: “I viaggi della speranza non siano più viaggi della morte”.

Il Papa delle periferie

Per il Pontefice arrivato “dalla fine del mondo” l’interesse verso i territori più emarginati è una prerogativa costante. Francesco, però, non si ferma alle sole parole, ma si spinge a visitare in prima persona quelle periferie dalle quali si tende spesso a distogliere lo sguardo. Emblematica la visita al quartiere napoletano di Scampia nel 2015 durante la quale denuncia a voce alta la corruzione nel mondo del lavoro.

La lotta alla pedofilia

La consapevolezza di Papa Francesco rispetto ai problemi che affliggono la società vale anche quando questi sono causati dal clero. Nel 2019 Bergoglio organizza un incontro storico per il Vaticano incentrato proprio sul tema degli abusi sessuali ai danni dei minori in ambito ecclesiastico. A seguito del vertice, il Papa scrive il motu proprio Vos estis lux mundi, che stabilisce l’abolizione del segreto pontificio per i casi di violenze e molestie sessuali.

La riforma delle finanze vaticane

Obiettivo fondamentale del pontificato di Francesco in questo decennio è quello di porre fine agli scandali finanziari del Vaticano, in continuità con il suo predecessore Ratzinger.  Già nel 2014, per vigilare sui bilanci dei dicasteri e armonizzare le politiche di controllo sui conti della Santa Sede, il Papa istituisce la Segreteria per l’Economia, il Consiglio per l’economia e l’Ufficio del revisore generale. Recentemente, invece, Bergoglio promuove una serie di misure per la gestione degli immobili del Vaticano, imponendo un affitto da pagare anche a cardinali e sacerdoti. Non mancano comunque gli scandali, come quello sulla vendita degli edifici dello IOR (Istituto per le opere di religione) oppure quello sulla gestione dei fondi della Segreteria di Stato dell’Obolo di San Pietro. Questioni, però, affrontate con una severità senza precedenti, portando per la prima volta un cardinale in Tribunale.

La difesa delle donne

Il ruolo della donna nella Chiesa è uno dei temi-cardine del Pontificato di Francesco. Dal 2010 al 2019 la presenza femminile al servizio della Santa Sede passa dal 17,6% al 24%.
In occasione della presentazione del volume “Più leadership femminile per un mondo migliore. Il prendersi cura come motore per la nostra casa comune”, il Papa denuncia quanto ancora oggi le donne vengano discriminate nel mondo del lavoro, ricevendo paghe inferiori rispetto a quelle dei colleghi uomini, oppure venendo “scartate” solo perché in maternità. L’invito del Papa è allora a non lasciare “senza voce le donne vittime di abuso, sfruttamento, emarginazioni e pressioni indebite”.

Ecumenismo e dialogo interreligioso

In continuità con Benedetto XVI, il tema del dialogo interreligioso è un altro punto focale per Francesco. Basti ricordare l’incontro, nel 2016, con il patriarca ortodosso russo Kirill a Cuba, il primo dopo lo scisma del 1054. Storico anche l’accordo firmato a Pechino nel 2018 sulle nomine episcopali, che dà il via alla ripresa dei rapporti tra Cina e Vaticano, interrotti a partire dal 1951.
Un passo fondamentale per la costruzione di un legame più solido tra Cristianesimo e Islam arriva invece nel 2019, con la firma ad Abu Dhabi, insieme al Grande Imam Ahmad Al-Tayyib, del Documento sulla fratellanza umana per la pace mondiale e la convivenza comune.
Proprio da questo documento Papa Francesco trae ispirazione per la stesura della sua ultima enciclica, Fratelli tutti, elaborata nell’ottobre 2020 dopo il primo periodo drammatico causato dalla pandemia.

L’abbraccio tra Papa Francesco e il Patriarca russo ortodosso Kirill nel loro incontro a Cuba, il 12 febbraio 2016
| Foto Ansa

Vicino ai fedeli nella tragedia della pandemia

La vicinanza ai fedeli è espressa nella storica immagine del Papa che, da solo in una piazza San Pietro deserta, pronuncia il 27 marzo 2020 la preghiera Statio Orbis. È una invocazione al Signore che prende spunto dal Vangelo secondo Marco. Con le sue parole Bergoglio esorta l’umanità a ricordare sempre il legame autentico della fratellanza. Dopo una grande tempesta, Cristo è svegliato dai discepoli che temono di essere perduti. Nonostante il trambusto, Gesù dorme sereno, fiducioso nel Padre. Poi il vento cessa e le acque si calmano. Gesù rivolge quindi queste parole ai discepoli: “Perché avete paura? Non avete ancora fede?”. Anche oggi, ha detto il Papa, viviamo un tempo sferzato dalla tempesta.

L’impegno per la pace

Dai tentativi di dialogo con il patriarca russo Kirill fino alla proposta di recarsi a Mosca e a Kiev, il Papa si è posto in prima linea per la risoluzione del conflitto in Ucraina. Per il Pontefice il mondo di oggi è attraversato da “una terza Guerra mondiale a pezzetti”, contro la quale a un mese dall’invasione dell’Ucraina del 24 febbraio 2022 consacra il Paese invaso e il Paese invasore al Cuore immacolato di Maria.
Contro una guerra alimentata da conflitti disseminati in Paesi diversi, che proseguono sotto gli occhi indifferenti di tutti noi, Francesco intende incitare a un dialogo universale, che possa mettere in atto processi di pace. La pace voluta per il popolo ucraino, la pace che spera di veder realizzata in Congo e Sud Sudan, mete del suo ultimo viaggio apostolico. Una pace, appunto, di stampo universale.

 

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