HomeCultura Parma Capitale 2021: ripartenza a ostacoli, niente fondi dal ministero

Parma Capitale 2021
Ripartenza a ostacoli
Niente fondi dal ministero

L'assessore Guerra a LumsaNews

"Il Covid è stato un colpo durissimo"

di Paola Palazzo15 Febbraio 2021
15 Febbraio 2021

Michele Guerra è assessore alla cultura del comune di Parma, designata Capitale della cultura 2020. A causa dell’emergenza sanitaria, il titolo è stato prorogato al 2021. Guerra racconta a Lumsanews l’impatto culturale ed economico subito dalla città.

Quanto la pandemia ha influito sulla partenza del progetto? 

In realtà il nostro programma è iniziato già da giugno 2019. Siamo riusciti a portare a termine oltre 650 attività tra esposizioni, spettacoli, rassegne culturali, incontri e progetti di volontariato. Nonostante tutto ciò, lo stop causato dal Covid è stato un duro colpo. Avremmo potuto fare molto di più.

Il progetto “phygital experience” che ha sostituito le visite in presenza basterà a superare il momento di crisi che la città sta vivendo? 

Abbiamo investito molto nei virtual tour per permettere una fruizione degli eventi il più esauriente possibile. Ma la nostra idea è far si che l’infrastruttura tecnologica di cui la città si è dotata possa completare l’esperienza dal vivo, non sostituirla.

Secondo lei la proroga del titolo per il 2021 sarà sufficiente per mantenere vivo l’eco di Parma Capitale italiana della cultura?

Sicuramente l’evento lascerà i suoi segni alla città, ma sappiamo che il contesto in cui siamo non è propizio ad una programmazione culturale. Dovremmo avere otto mesi di lavoro continuato per definirci soddisfatti di Parma Capitale. Intanto, alcuni organizzatori hanno preferito posticipare al 2022 alcuni ambiziosi e dispendiosi progetti.

L'assessore di Parma Michele Guerra

L’assessore alla cultura di Parma, Michele Guerra

Le risorse chi le mette?

La regione Emilia-Romagna ha erogato un milione e mezzo di euro, il comune di Parma circa 900 mila. Il resto arriva dai privati. In totale dobbiamo coprire un budget di circa 7 milioni.

E il milione del Ministero?

Non l’abbiamo ancora ricevuto. L’abbiamo inserito nel bilancio come del resto hanno fatto le città Capitali prima di noi. Inoltre, nonostante il titolo di Capitale italiana della cultura sia stato prorogato al 2021, Parma non riceverà nessun fondo aggiuntivo per quest’anno.

Che impatto ha avuto la pandemia sull’immagine di Parma Capitale?

Malgrado il blocco causato dall’emergenza sanitaria, Parma ha avuto un ritorno in termini visibilità molto alto. Fino ad ora abbiamo raccolto una rassegna stampa di ben quattro volumi. Senza contare la presenza fissa su diverse piattaforme televisive con cui abbiamo siglato delle partnership. La copertura mediatica ci ha molto aiutato nello sviluppo turistico. Un esempio è il boom di visitatori italiani ed esteri ricevuti durante la breve parentesi di libertà estiva nel 2020. Venivano a Parma perché leggevano sui giornali o sentivano in tv il nome della città.

Cosa si intende per “Progetto pilota”? 

È un piano di riqualificazione dell’Ospedale Vecchio situato nel centro di Parma. L’aspetto più interessante del recupero di questo grande monumento è l’ampia installazione multimediale realizzata da Studio Azzurro, che racconta la storia di questo prezioso luogo della città.

Secondo voi in che modo la cultura può generare benessere? 

Durante la prima fase di creazione del dossier abbiamo inserito un piano intitolato proprio “cultura e benessere”. Poi con il Covid questa linea ha preso il nome di “cultura e salute. Il progetto, realizzato con le principali istituzioni del territorio in ambito scientifico-sanitario, ha come obiettivo l’ingresso della cultura in spazi non tradizionali, come i luoghi di lavoro. Tutto è nato da un incontro con l’economista Pierluigi Sacco. Il professore ci ha introdotto ad una letteratura che spiega come sia alto il benessere percepito dai gruppi di cittadini che vivono in comunità vive dal punto di vista culturale.

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