HomeCronaca Pericolo fiumi “tombati”: minacciano l’Italia durante le alluvioni

Pericolo fiumi "tombati"
minacciano l'Italia
durante le alluvioni

Con i nubifragi i corsi "esplodono"

gravi conseguenze per case ed edifici

di Valerio Toma12 Settembre 2017
12 Settembre 2017

Mentre salgono le vittime del nubifragio di Livorno, si cercano le cause dell’ennesimo disastro idrologico. I danni della città toscana, di Genova e di tante altre città hanno mostrato un’evidente falla nell’urbanistica italiana. Si parla dei fiumi “tombati”, corsi d’acqua sotterranei cementificati, che durante i nubifragi esplodono con conseguenze distruttive e devastanti, in termini umani ed economici.

Il volume dei canali sotterranei  non è più in grado di contenere l’acqua delle recenti precipitazioni. Bombe d’acqua, durante la quale il tasso di pioggia caduta è superiore alla norma. A Livorno sono caduti 230 mm di piogge in tre ore: una quantità che in genere si registra in uno o due mesi. Case e uffici ,in cui vivono persone e famiglie, diventano così le “vittime” dei fiumi tombati.

La cementificazione dei fiumi è un’invenzione francese. Durante il XXVIII secolo i corsi d’acqua erano fogne a cielo aperto. Per evitare cattivi odori ed epidemie gli ingegneri transalpini chiusero i canali cementificandoli. Con il passare degli anni le necessità cambiarono: negli anni ’60 e ’90 del Novecento i fiumi furono coperti per permettere l’edificazione di nuove costruzioni.

Oggi in Italia si parla di 12mila chilometri di corsi d’acqua “tombati”. A causa delle violente precipitazioni e della continua impermeabilizzazione del territorio i fiumi diventano delle bombe ad orologeria. “L’Italia è paragonata a un paziente con gravi problemi circolatori – ha spiegato a “La Stampa”  Martina Bussetti, ricercatore dell’Ispra – a cui si applica uno stent per far passare meglio il sangue dove le arterie sono più strette. L’unica cosa che si può fare è tenere la situazione sotto controllo”.

A preoccupare di più è il Sud del Paese, dove le opere urbanistiche sono scarse e di qualità peggiore. Per la Bussetti non si può fare molto: “Canali di deflusso e alcune opere posso rimediare alle situazioni più gravi”. E c’è chi vorrebbe per le nostre città il modello tedesco, attraverso la rinaturalizzazione dei corsi d’acqua.

 

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