ROMA – È stata indetta una riunione d’urgenza a Palazzo Chigi per il Ponte sullo Stretto di Messina all’indomani della decisione della sezione centrale di controllo della Corte dei Conti. I giudici contabili hanno infatti negato il visto di legittimità alla delibera del Cipess sull’opera da 13,5 miliardi di euro. Un atto definito dalla premier Giorgia Meloni come “l’ennesima invasione della giurisdizione sulle scelte del Governo e del Parlamento”. Anche per questo l’esecutivo sembra intenzionato a procedere comunque per l’opera anche senza la bollinatura.
Il governo andrà avanti lo stesso
La conferma arriva da Forza Italia. “Sulla realizzazione del Ponte sullo Stretto il governo andrà avanti. Nelle prossime settimane l’esecutivo potrà assumersi la responsabilità politica di superare i rilievi della Corte dei Conti”, ha spiegato Matilde Siracusano, sottosegretaria ai Rapporti con il Parlamento e deputata forzista. “Ci potrà infatti essere una deliberazione specifica del Consiglio dei ministri, che ha il compito di valutare se l’atto in questione risponda a interessi pubblici di rilevanza superiore e quindi debba essere eseguito comunque”, continua Siracusano. “Se il Consiglio dei ministri confermerà la necessità dell’atto, la Corte dei Conti dovrà comunque ordinarne la registrazione, apponendo un visto con riserva. Un atto registrato con riserva acquisisce piena efficacia legale, cioè può essere eseguito normalmente, ma rimane comunque una possibile responsabilità politica per il governo, cosa che francamente non ci spaventa”, ha concluso.
Salvini: “Scelta politica”. La replica di Zaia
Al lavoro il ministero dei Trasporti. La linea è quella della determinazione. “La decisione della Corte dei Conti è un grave danno per il Paese e appare una scelta politica più che un sereno giudizio tecnico”, sostiene il ministro dei Trasporti Matteo Salvini, che questa mattina si è confrontato con tecnici, manager e uffici. L’obiettivo per il leader del Carroccio è trovare una soluzione per far partire i lavori. “Il vicepremier e ministro è determinato”, fa sapere una nota del dicastero.
Ma nel partito gli animi non sono unanimi. Secondo il governatore del Veneto Luca Zaia, il nodo del Ponte sullo Stretto “va affrontato da un punto di vista tecnico-legale”. “È già capitato, e non sarà neanche l’ultima volta, che la Corte dei Conti o qualche altra estensione dello Stato interviene nello spazio che gli è riconosciuto”.
Anm: “Con riforma Corte Conti governo vuole giudici asserviti
La replica della Corte dei Conti non si è fatta attendere. I giudici contabili hanno sottolineato come sul Ponte non ci sia stato un giudizio, ma soltanto valutazioni di carattere giuridico. Attraverso una nota, la Corte ha chiesto il rispetto per l’operato dei magistrati. Sul piede di guerra anche l’Associazione nazionale magistrati. “La Corte dei Conti viene attaccata per avere svolto la funzione che le attribuisce la legge a tutela delle risorse pubbliche”, ha spiegato all’Ansa il segretario generale dell’Associazione nazionale magistrati, Rocco Maruotti. “Se qualcuno aveva ancora qualche dubbio sulla reale motivazione della riforma costituzionale della magistratura e su quella della Corte dei Conti, ci ha pensato la premier ad eliminare ogni dubbio: i giudici vanno bene solo se decidono come vuole il governo, con buona pace della separazione dei poteri. Questa insofferenza rispetto al controllo di legalità è un segnale preoccupante”, ha aggiunto.


