Prescrizione, governo divisoDi Maio: "La riforma diventalegge il primo gennaio"

Conte: "Lavoriamo a un compromesso" Renzi: "Pronti a votare 'NO' con FI"

Il 1° gennaio è alle porte e segnerà il via alla Riforma della Giustizia. Ma lo scadere del tempo non placa gli animi turbolenti della maggioranza. La prescrizione è infatti il nodo attorno a cui ruota il dibattito politico.

La legge “Spazzacorrotti”, varata a inizio 2019 dal governo gialloverde, prevede uno snellimento dei tempi processuali, con uno stop alla prescrizione dopo la sentenza di primo grado, sia di assoluzione che di condanna. Si tratta di una disposizione criticata da più parti perché potrebbe portare a processi infiniti.

Oggi il leader pentastellato Luigi Di Maio ha appoggiato la decisione del ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede e, in un’intervista rilasciata a Gr1 su Radio1 Rai, rassicura che la “riforma diventa legge dal primo gennaio. Se il Pd poi vuol votare una legge con Salvini e Berlusconi per far tornare la prescrizione com’era ideata da Berlusconi sarà un Nazareno 2.0, ma non credo avverrà”.

Dura la replica di Andrea Marcucci, presidente dei senatori Pd, che imputa a Di Maio di non aver capito la gravità della situazione, contestando l’incostituzionalità della riforma.
Invece, torna a vestire i panni di mediatore il presidente del Consiglio Giuseppe Conte che afferma che si sta “lavorando a un compromesso”, riconoscendo “la soluzione assolutamente sostenibile, ma deve sicuramente essere corredata a misure di garanzia che assicurino la ragionevole durata del processo”. Secondo Conte, però, è necessario attendere almeno 2 anni per vederne gli effetti.

Frena anche Italia Viva. Matteo Renzi, in un’intervista rilasciata oggi al Messaggero, ha avvertito che “ci sono due alternative: la prima è che la nuova maggioranza trovi una soluzione. Se non accadrà noi non ci inchineremo al populismo giudiziario imperante. E dunque, se non ci sarà accordo, voteremo il ddl di Enrico Costa”.
Anche il capogruppo di IV in Senato, Davide Faraone, intervenendo al programma “Omnibus”, ha confermato il no del voto con Forza Italia.

Secondo quanto scrive il Sole 24 Ore, lo stop della prescrizione dopo il primo grado potrebbe mettere a rischio l’efficienza degli uffici giudiziari perché li graverà di circa 30mila procedimenti in più ogni anno, con esiti più pesanti sulle Corti dove la percentuale di prescrizioni è maggiore. È concreta la possibilità che si allunghino i tempi dei processi, che in appello in media già durano due anni e tre mesi.

Serena Console

Laureata in lingua e cultura orientale (cinese e giapponese) e in Professioni dell'editoria e giornalismo, ha conseguito il tesserino da Pubblicista nel 2017. Attualmente collabora con Radio Bullets, dove si occupa di approfondimenti sulla cultura e società cinese; nel weekend cura il Notiziario Orientale con tutte le notizie dall'Estremo Oriente.