HomePolitica Prescrizione, scontro fra Bonafede e Renzi. Zingaretti: “Serve accordo”

Prescrizione, è scontro
fra Bonafede e Renzi
Zingaretti: "Serve accordo"

Di Maio richiama il Movimento in piazza

Bloccati emendamenti al Milleproroghe

di Chiara Viti06 Febbraio 2020
06 Febbraio 2020

Continua lo scontro tutto interno alla maggioranza sulla prescrizione ma una soluzione potrebbe arrivare dal cosiddetto “lodo Conte bis”: la prescrizione si fermerebbe solo in caso di condanna di primo grado se confermata in appello. Le trattative si svolgono su una stretta strada tra il tentativo di Matteo Renzi di bloccare la riforma e la chiamata alla piazza dell’oramai ex capo politico del Movimento Luigi di Maio, contro la richiesta di Italia Viva di rinviare di un anno la decisione.

Il Pd cerca una mediazione. Il segretario dem Nicola Zingaretti, ospite a Radio Capital, questa mattina ha chiesto al presidente del Consiglio Giuseppe Conte di mettere “in campo in fretta una mediazione” e ha poi aggiunto: “Siamo per una soluzione, se non si trova si va avanti con la nostra proposta o anche con il rinvio di un anno se si vuole salvare questo governo”. Quanto all’iniziativa del ministro degli Esteri Luigi Di Maio ha commentato: “Giudico questa iniziativa un errore. Chiedo un chiarimento al M5S, decidete cosa volete fare rispetto a questo governo, altrimenti nessun problema è risolvibile”. In Parlamento c’è poi qualcuno, che per uscire dall’impasse, auspica l’intervento del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Alfonso Bonafede ha annunciato che entro dieci giorni porterà in Consiglio dei ministri la riforma del processo penale e avverte che a quel punto “ciascuno si assumerà le sue responsabilità”. E da Palazzo Chigi arriva la smentita sulla notizia circolata nelle ultime ore sulle sue possibili dimissioni.

A infuocare gli animi della maggioranza gli emendamenti al decreto “Milleproroghe” che chiedono di rinviare o abrogare la riforma voluta dal ministro Bonafede. La questione si sposterà a Palazzo Madama il 24 febbraio, decisivi saranno i voti di 17 senatori di Italia Viva. Il decreto resta bloccato fino a venerdì e al momento sembrerebbe scongiurata la temuta ipotesi di una crisi di governo.

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