Prescrizione, governo divisoI 5 Stelle: "No a minacce"Marcucci: "Decide Conte"

Il Pd non esclude asse con Lega e FI Salvini: "Voto anche con Topolino"

Sulla riforma della prescrizione, che scatterà dal prossimo gennaio, è alta tensione nella maggioranza di governo, soprattutto tra Partito Democratico e Movimento 5 Stelle.

I Dem non sono infatti soddisfatti dalla proposta di legge del ministro della Giustizia Alfonso Bonafede e chiedono di rafforzare il taglio della durata dei processi penali. Senza un rapido accordo complessivo, a loro avviso la sospensione della prescrizione dopo il primo grado di giudizio rischia di rendere i processi infiniti. Il Movimento, nel frattempo, continua a far quadrato intorno al suo ministro, con il capo politico Luigi Di Maio che promette che la nuova normativa entrerà in vigore dal primo gennaio.

In un’intervista al Corriere della Sera il capogruppo Pd al Senato Andrea Marcucci ha chiesto al ministro degli Esteri di cambiare toni e di essere leale rispetto all’accordo di governo. Altrimenti, dice il senatore, “saremo obbligati ad altre azioni parlamentari”. Il riferimento è a una possibile intesa con Forza Italia e Lega sulla proposta del deputato Enrico Costa di bloccare lo stop alla prescrizione. Uno scenario che anche Italia Viva di Matteo Renzi ha ventilato negli scorsi giorni e che Matteo Salvini accoglie di buon grado, con una battuta: “Se c’è da votare qualcosa che eviti danni agli italiani voto anche con Topolino”.

Secca la replica arrivata da fonti M5s, raccolte dall’Ansa: “Con le minacce non si va da nessuna parte. Con la riforma della prescrizione possiamo mettere la parola fine all’era Berlusconi. Siamo certi che il Pd farà la scelta giusta pensando all’interesse dei cittadini”. Il senatore Marcucci, quindi, ha contro-replicato: “La riforma della prescrizione è nelle mani del presidente Giuseppe Conte, non certo delle veline del M5S. Serve un intervento correttivo: decida Di Maio se vuole condividerlo con la maggioranza, o lasciare che il Parlamento si esprima”.

Il premier nel frattempo prova a mediare e assicura che si troverà una soluzione assieme a Bonafede. Fiducia condivisa dal capogruppo dem alla Camera Graziano Delrio che, però, così come il segretario Nicola Zingaretti, avverte che “Il Pd non è al governo a tutti i costi”. Intanto secondo un retroscena di Repubblica gli esperti dem sulla Giustizia potrebbero presentare a breve una proposta di riforma dei processi penali che garantirebbe “tempi certi in Appello e Cassazione”.

Giacomo Andreoli

Nato a Roma il 16/08/1995. Laureato triennale in Filosofia all'Università degli Studi Roma Tre, ha collaborato con il magazine "Wild Italy" ed il quotidiano del litorale romano "Il Corriere della Città". Si è occupato principalmente di cronaca e politica locale (Anzio, Aprilia, Latina, Pomezia, Roma) e nazionale-europea (con focus ed approfondimenti).