Dopo il forte appello di Papa Francesco che invitava le chiese ad aprire le proprie porte ai migranti, il 10% delle parrocchie delle Diocesi di Roma si sono organizzate per accogliere i rifugiati. Secondo quanto scrive “Il Messaggero”, saranno trentaquattro le chiese effettive che si prenderanno cura, entro fine ottobre, di 200 richiedenti asilo: le più piccole ne ospiteranno due, mentre le più grandi ne potranno accogliere fino a dieci. Tra queste manca la contestata basilica di San Giovanni Bosco, la stessa in cui lo scorso 20 agosto è stato celebrato il funerale del boss mafioso Vittorio Casamonica. “Abbiamo fatto una ricognizione dei nostri locali e abbiamo trovato libera solo una cameretta al quarto piano. Mica potevamo accalcarli tutti lì”, ha dichiarato il parroco, chiarendo però che la chiesa darà comunque un contributo ai richiedenti asilo, aiutandoli ad affittare appartamenti in zona Don Bosco.
Per il momento, le parrocchie che hanno ricevuto il via libera dalla Prefettura non sono di più. Molte delle 334 chiese della Diocesi di Roma, infatti, non rispettano i criteri imposti, come la presenza h24 o l’adeguata metratura degli spazi. Non basta che la parrocchia metta a disposizione una stanza, servono anche un bagno e una cucina: ecco perché la maggior parte delle chiese considerate adeguate sono le strutture nuove delle periferie e non gli edifici storici del centro di Roma. Non è da escludere, però, che i numeri possano presto crescere: alcuni parroci si sono già tirati su le maniche per ristrutturare i propri stabili e ricavare piccoli appartamenti per i richiedenti asilo.
Corinna Spirito