Quirinale, Marini non passa. Pd spaccato, ora tutti scheda bianca tranne M5S

Franco Marini non ce l’ha fatta. I voti per Stefano Rodotà, gli altri candidati e le schede bianche hanno superato complessivamente quota 335 mentre lo spoglio è ancora in corso. Il che vuol dire che è matematicamente impossibile per Marini raggiungere le 672 preferenze, ossia la maggioranza dei 2/3 necessaria per essere eletto.
Fumata nera a Montecitorio. La maggioranza qualificata dei due terzi non è dunque arrivata, e la strada per l’elezione del presidente della Repubblica è ancora lunga. Non sono bastati all’ex presidente del Senato i voti di Popolo della libertà, Lega Nord e Scelta civica. Il Partito democratico, come era previsto, si è spaccato. Da una parte i fedelissimi di Bersani, dall’altra i bersaniani e non solo. Contrari alla scelta di Marini, concordata con Berlusconi, anche altri esponenti del partito, tra i quali il candidato sindaco di Roma, Ignazio Marino. Buona parte delle forze politiche – Pd compreso – hanno annunciato per le prossime votazioni scheda bianca in attesa che al quarto scrutinio il quorum si abbassi alla maggioranza assoluta, ovvero 504 voti.
Contrasti nel centrosinistra. E se la situazione numerica è chiara non altrettanto lo è quella politica. L’intesa fra Silvio Berlusconi e Pierluigi Bersani è sul nome di Franco Marini che, sebbene scongiuri scissioni e si auguri “che il Pd resti unito”,  ha però di fatto creato una spaccatura all’interno della coalizione di centrosinistra e non è piaciuto ad una novantina di grandi elettori del suo stesso partito, fra renziani e gli altri. Il Pdl che, seppure si dichiari ottimista calcolando 177 voti di margine su Marini, teme di arrivare al quarto scrutinio e di trovare la sorpresa Prodi, sarà compatto sull’ex presidente del Senato. E anche la Lega ha annunciato infine che voterà Marini all’unanimità sin dalla prima tornata, accantonando il candidato di bandiera Manuela Dal Lago. La base del Pd ha organizzato una protesta alle 13 in piazza Montecitorio con un sit-in “contro Marini e il patto con il Pdl”, creando un gruppo su Facebook che ha già raccolto più di 5 mila adesioni.
Il NO di Grillo. Durante un comizio tenuto a Grado (Gorizia), Beppe Grillo si è scagliato sulla scelta condivisa da Pd e pdl per il prossimo presidente della Repubblica.
«C’è da scegliere tra il presidente degli italiani, che è Rodotà, e il presidente di Berlusconi, che è Marini», ha detto il 18 aprile Grillo, aggiungendo: «Si sono chiusi all’Hotel Capranica di notte Berlusconi e Bersani, per decidere il destino di 60 milioni di italiani. È una cosa da fantascienza».

Marco Potenziani