Nuovi raid in Siria dopo il discorso di Obama all’Assemblea generale dell’Onu

152759629-594x350Dopo il discorso del presidente degli Stati Uniti Barack Obama all’Onu e la decapitazione dell’ostaggio francese Hervé Pierre Gourdel, sono partiti nella notte, come spiegato dall’ammiraglio John Kirby, raid aerei contro 12 siti petroliferi caduti sotto il controllo dell’Isis nell’est della Siria. «L’operazione è durata venti minuti – ha precisato Kirby –  e l’obiettivo consisteva nell’abbattere 12 siti petroliferi dai quali i jihadisti ricavano 2 milioni di dollari al giorno».

Intanto, a meno di 24 ore dall’avvio del dibattito parlamentare a Westminster sugli stessi raid in Siria, nove persone state arrestate nella giornata di giovedì a Londra con l’accusa di terrorismo. I nove uomini arrestati, come sostenuto dalla Bbc, hanno tra i 22 e i 47 anni e sono trattenuti nelle stazioni di polizia del centro di Londra. La polizia sta perquisendo almeno 18 edifici residenziali e commerciali in diverse zone della City e uno nel centro dell’Inghilterra.

Quanto detto da Obama, durante il discorso all’Onu, è parso come una presa di coscienza della difficile situazione venutasi a creare negli ultimi anni in Medio Oriente: «Troppo spesso, non siamo riusciti a far rispettare le norme internazionali quando è stato scomodo farlo. Non abbiamo affrontato con forza sufficiente l’intolleranza, le tensioni interconfessionali e la disperazione che alimentano l’estremismo violento in troppe parti del globo». Ha poi voluto precisare che l’America non sarà mai in guerra con Islam, anzi: «L’Islam insegna la pace e milioni di musulmani-americani fanno parte del nostro Paese – ha detto -, non è uno scontro di civiltà». Dopodiché ha lanciato un appello: «Il mondo e le comunità musulmane respingano con forza l’ideologia di al-Qaeda e dell’Is», onorando e rispettando la tradizione dell’Islam, ovvero l’istruzione, l’innovazione e la dignità della vita.

Poche ore dopo il discorso del presidente Usa, la guida alpina francese di 55 anni, veniva decapitata dopo aver chiesto in un video a Hollande di fermare i raid in Iraq.  «È la vendetta per l’aggressione crociata francese al Califfato», hanno affermato nel video i carnefici, jihadisti del gruppo algerino Jund al Khilafa, affiliato all’Isis. Decisa la risposta di Hollande: «La mia determinazione è totale, e quest’aggressione la rafforza. E’ una guerra che durerà a lungo, ma noi non ci arrenderemo di fronte a nulla».

Arrivano nuove minacce jihadiste anche dalle Filippine, dove il gruppo degli Abu Sayyaf sta minacciando di uccidere due ostaggi tedeschi nel caso in cui Berlino dovesse decidere di continuare a sostenere gli Usa contro l’Is. Nessuna reazione invece finora da parte dell’Is, a parte la diffusione di un secondo video di propaganda in cui il reporter britannico tenuto in ostaggio, John Cantlie, afferma che i Paesi occidentali si stanno imbarcando in una terza guerra del Golfo, evocando il rischio di un nuovo Vietnam.

Nel frattempo, il segretario di Stato americano John Kerry ha annunciato che gli Stati Uniti stanzieranno 40 milioni di dollari aggiuntivi per finanziare l’opposizione siriana: «Sosterremo i gruppi moderati fino a quando l’Isis sarà una minaccia e Assad sarà al potere», ha affermato Kerry, sottolineando come questi gruppi siano «l’unica speranza e l’unica opzione in Siria».

Renato Paone

Renato Paone

Nato a Carpi (Mo) il 16 luglio 1986, si è laureato in Scienze Storico–Religiose presso La Sapienza di Roma. Nel 2007 ha iniziato a collaborare con il quotidiano “Il Corriere Laziale” ottenendo, al termine del biennio, il tesserino da pubblicista. Ha proseguito la sua attività giornalistica scrivendo su alcune riviste on line, interessandosi prevalentemente di politica estera, Medio Oriente, Asia e Africa, e pubblicando il suo primo libro, “Jihad e Stampa Cattolica”, nel settembre del 2013.