HomeEconomia Recovery Fund, telefonata tra Conte e von der Leyen “Bene ma c’è da fare di più”

Recovery Fund, telefonata
tra Conte e von der Leyen
"Bene ma c'è da fare di più"

I Paesi del Nord restano però contrari

al piano franco-tedesco da 500 miliardi

di Chiara Viti21 Maggio 2020
21 Maggio 2020

Un colloquio telefonico fra il presidente del Consiglio Giuseppe Conte e la Presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen in vista della presentazione del piano dell’Europa per aiutare i paesi messi in ginocchio dal Coronavirus, il 27 maggio. Secondo Conte, la quantità di risorse mobilitate da tutti gli strumenti europei, incluso il Recovery Fund  in base alle condizioni franco-tedesche, non sarebbe abbastanza. Per il premier la proposta franco-tedesca è un passo coraggioso ma serve di più. Conte ha infatti definito la proposta francese e tedesca “un passo coraggioso ma è anche solo questo: un passo. Se vogliamo superare questa crisi insieme, in quanto unione di interessi e valori comuni, è necessario fare molto di più”.

“Se consentiamo alla crisi del Coronavirus di aumentare le divergenze economiche e sociali dell’Ue, non solo non raggiungeremo gli obiettivi chiave stabiliti in documenti come il Green Deal della Commissione e l’agenda strategica del Consiglio ma alimenteremo anche le fiamme del nazionalismo e allargheremo le divisioni a lungo termine nella nostra unione”, ha osservato Conte.

Sembra quindi allontanarsi sempre di più per l’Italia la possibilità di aiuti a fondo perduto nonostante l’intesa Parigi-Berlino per un fondo da 500 miliardi di euro. Intanto infatti il cancelliere austriaco Sebastian Kurz sul quotidiano Oberösterreichischen Nachrichten ha annunciato che Austria, Paesi Bassi, Danimarca e Svezia presenteranno una controproposta al piano Merkel-Macron. “Vogliamo essere solidali con gli stati che sono stati colpiti duramente dalla crisi, ma riteniamo che la strada giusta siano mutui e non contributi”, ha ribadito Kurz.  Categorico anche il premier olandese Mark Rutte: “Se si richiede un aiuto, è necessario attuare riforme di vasta portata in modo da poter essere autosufficienti la prossima volta”. I Paesi del Nord Europa dunque gli aiuti dovranno assumere la forma di prestiti e non di sovvenzioni.

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