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Referendum: quanto tempo serve per approvare una legge?

di Emanuele Granelli24 Ottobre 2016
24 Ottobre 2016

Foto Roberto Monaldo / LaPresse05-03-2014 RomaPoliticaCamera dei Deputati - Legge elettoraleNella foto Un momento dei lavoriPhoto Roberto Monaldo / LaPresse05-03-2014 Rome (Italy)Chamber of Deputies - Electoral lawIn the photo A moment of the work

Uno dei temi più dibattuti durante la campagna referendaria consiste nello snellimento del procedimento legislativo, diretta conseguenza del superamento del bicameralismo paritario: con la fine della “navetta” tra Camera e Senato, si accorcerebbe l’iter dalla proposta di legge alla pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale. Ma, nell’attuale sistema, quali sono i tempi effettivi di approvazione delle leggi? Secondo un approfondimento dell’osservatorio “Openpolis”, vi è una netta differenza di “velocità d’approvazione”, che dipende principalmente da chi propone l’iniziativa legislativa. Le proposte govenative, infatti, hanno un tempo medio di approvazione di tre volte inferiore a quello dei disegni di legge parlamentari: nella XVII legislatura, le 195 leggi di iniziativa governativa sono state approvate in media in 172 giorni, mentre quelle di natura parlamentare in 504 giorni. Numeri che si spiegano dalla scelta dei vari governi di far approvare i provvedimenti più importanti sotto forma di decreto legge, aggirando così il lungo processo legislativo.

A sostegno di questa tesi, “Openpolis” sottolinea come le dieci leggi che sono state approvate nel minor tempo dal parlamento italiano siano tutte di iniziativa governativa (la più rapida in 13 giorni), mentre le cosiddette “leggi lumaca” siano tutte di natura parlamentare (la più lenta in 1.216 giorni). Non solo le proposte del governo sono più veloci, ma hanno una percentuale di successo più alto: dei 609 disegni di legge avanzati dall’esecutivo, 195 sono diventati legge, ovvero il 32,02%. Le proposte parlamentari hanno, invece, percentuali di successo minime: su 6.013 ddl, solo 46 hanno avuto successo (0,77%).

Oltre all’iniziativa, un altro fattore che influisce sul procedimento legislativo è l’argomento. Prendendo in considerazione il governo Renzi, i provvedimenti più importanti, presentati in larga parte sotto forma di decreto, hanno registrato un tempo di approvazione ben inferiore alla media parlamentare: decreto Irpef sugli 80 euro (55 giorni), stabilità 2015 (60) e 2016 (58), decreto del fare (49), decreto salva Roma (54), ddl la buona scuola (103 giorni), ddl unioni civili (218 giorni) e ddl svuota province (226).

Da una parte, l’analisi di “Openpolis” mostra che, in presenza di una chiara volontà politica, anche con l’attuale sistema bicamerale i tempi possono essere rapidi; dall’altra, l’uso spropositato dell’istituto del decreto legge (le conversioni in legge rappresentano il 30% della produzione legislativa del nostro parlamento) evidenzia l’inclinazione a trovare un’alternativa al tradizionale iter legislativo. Proprio per quest’ultimo motivo, due degli elementi introdotti dalla riforma sono il “voto a data certa”, che garantisce al governo tempi definiti (deliberazione entro 70 giorni) su provvedimenti considerati essenziali per l’attuazione del programma, e la definizione di alcuni limiti alla decretazione d‘urgenza.

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