Regionali e amministrative 2015, il giorno della verità

elezioni-regionali-urnaDomenica ai seggi per ventidue milioni di italiani, che devono rinnovare le cariche elettive in 7 Regioni e 742 comuni, di cui 17 capoluoghi. «Non è un test sul Governo», ha detto più volte Matteo Renzi, ma la vigilia è stata comunque un crescendo di polemiche: dalle divisioni interne agli schieramenti in Puglia, Liguria e Veneto alla richiesta di Berlusconi di dimissioni dell’Esecutivo qualora il centrodestra conquisti una Regione in più rispetto alle 2 che attualmente amministra. Fino al caso dei 16 candidati che la commissione parlamentare Antimafia considera “impresentabili” perché sotto processo per gravi reati, secondo quanto previsto dal codice etico di autoregolamentazione dei partiti, approvato lo scorso ottobre.

 

La Campania. Epicentro del terremoto causato venerdì dalla diffusione della lista della bersaniana Rosy Bindi è sicuramente la Campania, dove l’Antimafia ha puntato il dito – oltre che su undici aspiranti consiglieri – contro il candidato alla presidenza del Pd, Vincenzo De Luca, trionfatore delle primarie nonostante una condanna in primo grado per abuso d’ufficio durante la sua lunghissima esperienza come sindaco di Salerno e rinviato a giudizio anche per concussione, truffa e associazione a delinquere. In caso di vittoria De Luca, che ha reagito con rabbia insieme a molti esponenti renziani, avrebbe comunque il problema della sospensione automatica per 18 mesi, come previsto dalla legge Severino. E non potrebbe nemmeno chiedere una sospensiva al Tar, dato che giovedì scorso la Cassazione ha stabilito che la competenza sui ricorsi è del tribunale ordinario, che ha tempi decisionali molto più lenti. Dei guai giudiziari di De Luca potrebbero quindi avvantaggiarsi i suoi due sfidanti principali: il presidente uscente Stefano Caldoro (Forza Italia, appoggiato da tutto il centrodestra) e Valeria Ciarambino, del Movimento Cinque Stelle.

La Liguria. Se il caso Campania ha fatto infuriare Renzi, a preoccuparlo di più è però sicuramente la Liguria, dove la candidata del Pd Raffaella Paita – vincitrice delle primarie nonostante il ricorso dello sconfitto Sergio Cofferati – contende la vittoria al consigliere politico di Berlusconi, Giovanni Toti, e alla giovane grillina Alice Salvatore. Per l’assessore uscente, però, il vero pericolo viene dal deputato Luca Pastorino, che ha lasciato il Pd subito dopo l’addio di Civati e si è candidato con una coalizione civica di sinistra.

La Puglia. Tra le pianure del Tavoliere a spaccarsi drammaticamente è stata invece Forza Italia, con il divorzio del neoconservatore Raffaele Fitto, che sostiene il candidato presidente Francesco Schittulli, appoggiato anche da Fratelli d’Italia. Da partito della Meloni è uscita invece l’ex sindaco di Lecce Adriana Poli Bortone, candidata ufficiale di Berlusconi. A fregarsi le mani per la confusione che regna nel centrodestra sono ovviamente il democratico Michele Emiliano – già sindaco di Bari – e la candidata del Movimento Cinque Stelle, Antonella Laricchia.

Il Veneto. Una piccola scissione ha dilaniato anche la Lega nei primi giorni di campagna elettorale: il sindaco di Verona, il carismatico Flavio Tosi, si è infatti candidato con una coalizione centrista contrapposta al fortissimo “governatore” uscente Luca Zaia. Spera di trarre vantaggio dalle divisioni nel Carroccio la candidata democratica Alessandra Moretti, che dopo aver vinto le primarie tenta ora la “missione impossibile” con l’appoggio di tutto il centrosinistra. Il Movimento Cinque Stelle candida invece Jacopo Berti.

Da non dimenticare la sfida “minore” per il comune di Venezia, che torna alle urne dopo il lungo commissariamento dovuto allo scandalo Mose. Il senatore democratico (ed ex pm) Felice Casson, appoggiato anche dalla sinistra, dovrà vedersela con il candidato del Movimento Cinque Stelle, Davide Scano, e con tre esponenti del centrodestra: Luigi Brugnaro (Forza Italia, Area popolare), Gian Angelo Bellati (Lega) e l’ex presidente della Provincia, Francesca Zaccariotto (Fratelli d’Italia).

Le Marche. Nella terra di Giacomo Leopardi il presidente cattolico Gian Mario Spacca, che ha terminato il secondo mandato, non è stato ricandidato dal Pd e si ripresenta a sorpresa con una lista civica centrista appoggiata da Forza Italia. Non ha però convinto Lega e Fratelli d’Italia, che non gli perdonano i dieci anni di governo a capo dei loro tradizionali avversari e per questo gli contrappongono Francesco Acquaroli. Compatto invece il centrosinistra, le cui primarie hanno indicato l’ex sindaco di Pesaro Luca Ceriscioli, che dovrà vedersela anche con il candidato del Movimento Cinque Stelle, Gianni Maggi.

Toscana e Umbria. A completare il quadro delle elezioni regionali ci sono le due Regioni più “rosse” dell’Italia centrale, dove i presidenti democratici uscenti cercano una comoda riconferma e per questo sono stati esentati dalle primarie. In Toscana Enrico Rossi viene sfidato da Stefano Mugnai (Forza Italia), Claudio Borghi (Lega e Fratelli d’Italia), Gianni Lamioni (Area popolare) e Giacomo Giannarelli (Movimento Cinque Stelle). Centrodestra compatto invece in Umbria, dove Claudio Ricci cercherà di sfilare la poltrona più importante di Perugia a Catiuscia Marini. Terzo incomodo il grillino Andrea Liberati.

Le regole. Seggi aperti solo oggi dalle 7 alle 23 (ad eccezione della Sicilia, dove si vota oggi dalle 8 alle 22 e domani dalle 7 alle 15). In sei Regioni si vota a turno unico, mentre in Toscana è previsto il ballottaggio qualora nessuno ottenga almeno il 40% dei voti. Per le amministrative si vota a turno unico nei Comuni fino a 15mila abitanti, mentre per quelli più grandi è necessario ottenere la maggioranza assoluta, altrimenti i due candidati più votati torneranno a sfidarsi domenica 14 giugno.

Alessandro Testa

Alessandro Testa

Nato a Roma, ha conseguito una laurea quinquennale (110 e lode) in Scienze della Comunicazione alla Sapienza, dove svolge ancora ricerca sulle primarie al dipartimento CORIS. Ha lavorato quattro anni negli uffici stampa della Marina Militare e ha collaborato con un’agenzia di stampa e diverse piccole testate. Ha frequentato il master IGS in giornalismo internazionale e una summer school in comunicazione a New York. Attualmente scrive recensioni teatrali, cura un blog ed è presente su Twitter.