Il leader di "Italia Viva" (IV) Matteo Renzi durante il suo intervento all'evento "Leopolda 11", Firenze, 21 Novembre 2021. ANSA/CLAUDIO GIOVANNINI

Renzi: "Verso voto nel 2022"Si smarca da Pd e sovranistie cerca uno spazio al centro

"Saremo decisivi alle prossime elezioni" Calenda chiude a Iv ma apre a destra

Il leader di Italia Viva, Matteo Renzi, rilancia in modo perentorio un’ipotesi che aleggia da tempo tra i partiti: “Se prevarranno gli egoismi nel 2022 si andrà a votare”. Non lascia spazio a interpretazioni l’ex presidente del Consiglio nel suo ultimo intervento alla Leopolda, specificando che non si tratta di una sua volontà, ma piuttosto di “un interesse personale e politico dei principali leader delle forze politiche italiane “.

Il riferimento è a Letta, Conte, Meloni e Salvini. In particolare “qualcuno vuole portare in Parlamento il suo gruppo di riferimento, il prima possibile”, sfruttando un momento propizio per tutti i movimenti che stanno cristallizzando la loro base elettorale.

Se col Pd, definito “baracca dem”, il divorzio oramai sembra sempre più definitivo e irreversibile, soprattutto a causa dell’intesa che sta sempre più prendendo forma con i pentastellati, l’ex rottamatore si smarca anche dai sovranisti. Il progetto che parte dalla Leopolda dunque è di costruire «una casa dei riformisti», «un centro» che non è, dice Renzi, uno spazio politico, ma il luogo in cui in tutto il mondo «si vincono le elezioni». Un riferimento a Biden negli Usa, Macron in Francia, ma anche Scholz in Germania.

La scommessa di Renzi è intercettare il voto dei elettori di centrosinistra “che non vogliono consegnare il riformismo nelle braccia dei Cinque Stelle”, aperto anche ai moderati di centrodestra che non si sentono rappresentati dai sovranisti. Questo nuovo centro “sarà decisivo anche in Italia – assicura il leader di Iv – soprattutto se si andrà ad elezioni nel 2022”, rappresentando un vero e proprio ago della bilancia, quando nessuna alleanza politica potrà raggiungere una maggioranza solida.

Questo terreno elettorale non è però del tutto deserto. Carlo Calenda, ministro nel governo Renzi, ex alleato e ora papabile avversario nell’alveo riformista, dopo la sconfitta agrodolce alle amministrative romane, sta guadagnando consensi proprio nello stesso spazio politico. Azione parte da “un lavoro serio, profondo e coerente sul territorio – sottolinea l’ex candidato sindaco capitolino in un’intervista al Corriere della sera -. Non vogliamo fare fritti misti, con partiti che dicono tutto e il contrario di tutto”. Alla chiusura a Renzi fa eco un’apertura verso destra: “Cerchiamo di rappresentare lo spazio liberaldemocratico e popolare. Forza Italia è alla fine di un ciclo, ci sono tante persone con cui vale la pena aprire un’interlocuzione”.

Niccolò Pescali

Diploma scientifico. Laurea in Sociologia. Mi approccio alla scrittura perché coi numeri ci azzecco poco. Inizio la gavetta dai fangosi campi da calcio delle serie minori bergamasche. Mi sono occupato anche di musica, cultura, politica e basket. Voglio scrivere di un mondo complesso a parole semplici, senza semplificare troppo. Critico. Ma anche leggero. Mi interessano gli esseri umani e (quasi) tutto ciò che fanno. Amo lo sport, per l’energia che emana.