Base jumping a Roma, si lanciano con il paracadute da un grattacielo dell’Eur. Denunciati due giovani

base-jumpingSono stati denunciati dalla polizia due giovani che la scorsa notte si sono lanciati con il paracadute da un grattacielo dell’Eur, nel quadrante sud di Roma. Si tratta di un ufficiale dell’Esercito italiano di 33 anni e di un civile di 28 anni che si sono intrufolati nell’Euro Sky Tower, il grattacielo di via dell’Oceano Pacifico, approfittando probabilmente di una porta lasciata aperta da un operaio Secondo quanto si è appreso i due sono saliti con l’ascensore fino all’ultimo piano, il 29°, e si sono lanciati con il paracadute muniti anche di telecamerine. Sono atterrati in via Avignone ma sul posto ad attenderli c’era la polizia, allertata da una segnalazione al 113. Gli agenti hanno accompagnato i giovani in commissariato e, al termine degli accertamenti, hanno denunciato i due per lancio di oggetti e procurato allarme.
Il base jumping è un tuffo nel vuoto, pericoloso ma che conta innumerevoli appassionati. A differenza del paracadutismo tradizionale non si salta da aerei, elicotteri o mongolfiere ma da basi fisse come montagne, ponti o grattacieli. Si vola per pochi secondi, quanto basta per provare adrenalina allo stato puro e poi, al momento giusto, si aziona l’apertura del paracadute per atterrare nei luoghi più diversi, come una strada o un prato.
Per quante emozioni possa regalare il base jumping è uno sport estremo che aggiorna di continuo il numero di vittime fra i suoi praticanti. In Svizzera, nell’Oberland Bernese l’ultima a perdere la vita è stata una donna di 35 anni che, a marzo dello scorso anno, aveva deciso di sfidare il rischio gettandosi dalla celebre Murrenfluh, una parete di roccia molto amata dai base jumper e già scenario di tragedie mortali. Qualcosa durante il volo però deve essere andato storto: la 35enne si è trovata in difficoltà ed è finita con il paracadute contro le rocce prima di precipitare senza vita alla base del picco. Stessa sorte è toccata a Maria Shipilova, ventenne russa, che nell’agosto del 2014 si era lanciata dal Monte Brento ma dopo pochi metri era stata spinta da una folata di vento verso la parete rocciosa prima che potesse aprire il paracadute.
Di esempi se ne potrebbero fare tanti altri. In rete circolano vere e proprie liste nere che tengono il conto di tutte le tragedie dal 1981 a oggi. Pare che gli incidenti mortali siano oltre 200. Solo il “wingsuit flying”, il volo nel vuoto con la tuta alare, causa una ventina di morti all’anno.
Per vedere dal vivo gli icaro spericolati uno dei punti di riferimento è una parete rocciosa in Trentino, più nota ai praticanti con il termine di Italian Terminal Wall. Qui nel 2000 il base jumping estremo era stato vietato in seguito alla morte di un giovane romano, sfracellatosi al suolo dopo un volo di alcune centinaia di metri, da lui filmato. Il provvedimento è durato solo un anno. Fu ritirato perché secondo la commissione provinciale non esisteva “il necessario supporto normativo per porre un divieto che sarebbe risultato discriminante rispetto ad altre discipline estreme ugualmente pericolose”.
E così, nonostante il pericolo, la pratica del base jumping continua a crescere e con essa, purtroppo, anche il numero dei morti.

Maria Lucia Panucci

Maria Lucia Panucci

Nata a Roma il 28 dicembre 1986, ha conseguito con 110 e lode prima la laurea triennale in “Scienze Umanistiche” e poi quella magistrale in “Produzione culturale”, entrambe presso l’università Lumsa di Roma. Ha collaborato con il giornale online “Opinioni e Confronti”, occupandosi di attualità e ha curato la rubrica di cinema per la rivista “I Fatti”. Da maggio 2013 è giornalista pubblicista. Ha svolto uno stage di tre mesi presso la rete televisiva laziale “Retesole”.