HomePolitica Rosatellum bis al Senato, al via l’esame in aula, tensioni su voto di fiducia

Rosatellum bis al Senato
al via l'esame in aula
tensioni sul voto di fiducia

Speranza: "Chiedo al Pd di fermarsi

altrimenti salta il dialogo a sinistra"

di Valerio Del Conte24 Ottobre 2017
24 Ottobre 2017

In aula al Senato comincia l’esame del Rosatellum bis, che ha già ottenuto il consenso della Camera. Il relatore Salvatore Torrisi ha illustrato il provvedimento e nel pomeriggio si voterà sulle pregiudiziali. La Commissione Affari costituzionali di Palazzo Madama ha dato l’ok per la legge elettorale e, dopo che le opposizioni hanno lasciato il tavolo di trattativa, la seduta è terminata in poco tempo.

I fatti di ieri. Sinistra Italiana, Mdp e M5S hanno abbandonato la Commissione durante il voto sugli emendamenti di ieri, a seguito della blindatura del testo da parte del segretario Pd. “A questa farsa non ci stiamo”, ha dichiarato Loredana De Petris (SI) riferendosi anche alla prospettiva del voto di fiducia. In merito, è arrivato anche il commento di Roberto Speranza (Mdp) ai microfoni di Radio Capital: “L’auspicio è che non si arrivi alla fiducia, che si permetta al Senato di discutere. Oggi, aprendo ad alcune modifiche, c’è l’opportunità di andare avanti nel dialogo a sinistra. È un passaggio decisivo. L’eventuale fiducia sulla legge elettorale non sarà l’ultimo voto di questa legislatura, ma il primo della prossima: vorrà dire che avremo le larghe intese Fi-Pd. Io chiedo al Pd di fermarsi e faccio un appello a Gentiloni perché non metta la fiducia”.

Polemiche su voto segreto e blindatura del testo. Domenica scorsa, il segretario dei Dem Matteo Renzi ha chiuso ad ogni possibilità di modificare il testo di legge. Mdp non l’ha presa bene, come dimostrano le parole di Pierluigi Bersani, che ha definito il Rosatellum 2.0 una “vergogna”. Su circa quaranta emendamenti, compresi quelli relativi alle minoranze linguistiche, si prospetta il voto segreto, chiesto per la prima volta anche dal Movimento Cinque Stelle. Diventa quindi più concreta anche la possibilità di un voto di fiducia, che l’opposizione vuole evitare. Secondo Cecilia Guerra di Mdp, il voto segreto sarebbe solo “una scusa” per imporre la fiducia sul testo e farlo passare. Rispondendo ad una domanda dei cronisti in Senato, il sottosegretario ai Rapporti con il Parlamento, Luciano Pizzetti, ha detto: “Se le opposizioni rinunciano a chiedere i voti segreti, penseremo seriamente se mettere o meno la fiducia”.

L’appello dei grillini. “Chiediamo al presidente Mattarella, nell’ambito della sua funzione di moral suasion sulle forze politiche e sulle istituzioni, di intervenire affinché i punti d’incostituzionalità vengano rimossi”, è quanto si legge in un appello dei capigruppo pentastellati di Camera e Senato. Il M5S suggerisce al Capo dello Stato anche “di valutare la possibilità di non firmare la legge e di rinviarla alle Camere”. Le minoranze, comunque, si faranno sentire in piazza, attraverso un sit-in di protesta davanti al Senato.

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