Sam Altman, ex ceo di OpenAI | Foto Ansa

Sam Altman, la separazione con OpenAI è definitivaguiderà l'IA di Microsoft

Era stato estromesso tre giorni fa L'annuncio di Satya Nadella su X

SAN FRANCISCO – Una rivoluzione digitale nel giro di un weekend. Sam Altman, il padre di ChatGPT, guiderà un nuovo laboratorio di ricerca sull’Intelligenza artificiale di Microsoft. Soltanto tre giorni fa, venerdì 17 novembre, era stato silurato dal consiglio di amministrazione di OpenAI. La conferma arriva su X dal numero uno di Microsoft Satya Nadella. 

Nel fine settimana i principali investitori di OpenAI, tra cui Microsoft, avevano spinto per un ritorno di Altman nel ruolo di Ceo. Nella tarda serata di domenica, però, Emmett Shear, ex ad di Twitch, ha preso il suo posto ad interim. La mattina seguente, il 20 novembre, l’annuncio del passaggio a Microsoft, insieme al presidente dimissionario di OpenAI Greg Brockman.

Altman e OpenAI, le cause della separazione

Tra le cause del licenziamento, come scrive Wired, gli attriti tra Altman e gli altri membri del consiglio di amministrazione dell’azienda, in particolare lo scienziato Ilya Sutskever, sui rischi legati a uno sviluppo troppo rapido dell’AI. Nell’ultimo periodo, inoltre, i rapporti tra OpenAI e Microsoft sono diventati sempre più stretti. Il consiglio di amministrazione, come riporta il Sole 24 Ore, non avrebbe quindi accettato il progressivo avvicinamento all’azienda fondata da Bill Gates. A irritare il cda, sempre secondo il Sole 24 Ore, potrebbe essere stato anche il recente flirt di Altman coi produttori di chip di AI Tensor Processing Unit (TPU), che rivaleggiano con Nvidia sui microprocessori per l’Intelligenza Artificiale. 

Secondo Wired, alcuni membri del cda avrebbero visto la ricerca di finanziamenti e l’inclinazione commerciale di Altman come una minaccia alla missione originaria dell’azienda: lo sviluppo sicuro di un’intelligenza artificiale amichevole che possa fornire benefici all’umanità. OpenAI nasceva infatti come startup no-profit. Tra i fondatori, insieme ad Altman e Brockman, c’era anche Elon Musk, che nel 2018 ha lasciato la presidenze della società per evitare conflitti d’interesse col suo ruolo ricoperto presso Tesla. Nel 2019, la necessità di fondi ha spinto Altman e gli altri co-fondatori ad affiancare a OpenAI l’omonima società sussidiaria for-profit (a scopo di lucro).

I possibili scenari

La separazione tra Altman e OpenAI non ha lasciato spiazzati soltanto gli investitori, ma anche i membri dell’azienda. Secondo The Information, infatti, decine di membri dello staff di OpenAI hanno annunciato che avrebbero lasciato l’azienda dopo aver appreso del mancato ritorno di Sam Altman. Restano poi gli interrogativi sul futuro dell’Intelligenza artificiale. L’idea alla base di OpenAI era infatti quella di uno strumento al servizio dell’umanità, senza scopo di lucro, che si contrapponesse, ad esempio, a colossi come Google. Ora che il profitto ricopre un ruolo decisivo all’interno dell’azienda, il confine tra i due mondi sembra sempre più labile. 

Niccolò Maurelli

Laureato in scienze politiche e relazioni internazionali, grande appassionato di calcio e Formula 1. Cultura e sport sono gli ambiti che preferisco: quando sarò giornalista professionista, mi piacerebbe seguire i più grandi eventi sportivi internazionali.