Il ministro per i rapporti con il Parlamento Federico D'Incà, in aula della Camera durante la discussione generale sul decreto-legge 30 dicembre 2019, recante modifiche urgenti alla disciplina delle intercettazioni, Roma, 24 febbraio 2020. ANSA/ALESSANDRO DI MEO

Decreto intercettazioniOggi discussione alla CameraIl governo pone la fiducia

Per Salvini è "surreale" parlare di intercettazioni. Critica anche FI

La Lega dice no, ma l’Aula della Camera accetta con 299 favorevoli e 153 contrari. Questo pomeriggio alle 16:30 si voterà la fiducia sul decreto intercettazioni. La maggioranza ha infatti posto in votazione e visto approvato il taglio dei tempi della discussione sul provvedimento.

Vano quindi il tentativo di ostruzionismo leghista: ieri infatti erano previsti gli interventi in massa degli esponenti del Carroccio, intenzionati ad opporsi strenuamente al decreto. E l’accelerazione della maggioranza è diventato il nuovo bersaglio di Matteo Salvini: “È surreale che Governo, Pd e 5 stelle stiano facendo un braccio di ferro sulle intercettazioni, mentre siamo nel pieno di un’emergenza sanitaria”. Sulla stessa linea la forzista Anna Maria Bernini: “Noi siamo responsabili, ma riteniamo un atto di protervia politica non rinviare le intercettazioni”. Dalla maggioranza la capogruppo pentastellata in commissione Affari Costituzionali Vittoria Baldino bolla però come strumentalizzazione stessa la richiesta di rinvio della proposta dall’opposizione. Dopo l’approvazione del dl intercettazioni, entro la fine della settimana dovrebbe arrivare in Aula il decreto Coronavirus.

La nuova formulazione amplia l’ambito di ricezione dei trojan, strumenti informatici utilizzati fino ad adesso soltanto per particolari indagini, il cui uso dovrà però sempre essere “motivato e giustificato”. La riforma inoltre riguarda indirettamente anche il lavoro dei giornalisti, per quanto concerne la conservazione delle intercettazioni, l’autorità giudiziaria infine dovrà decidere la rilevanza o meno delle conversazioni intercettate. Queste ultime saranno conservate ora in procura, sotto il controllo del procuratore, e sarà nuovamente il pm (con successiva convalida del Gip), e non più la polizia giudiziaria, a decidere quali sono “rilevanti” e quali no. Inoltre, il pm, una volta acquisite le registrazioni, avviserà i difensori delle parti (non più solo quello dell’imputato), che avranno facoltà di esaminare gli atti e ascoltare le registrazioni. Sempre in capo al pm, infine, ci sarà la verifica delle trascrizioni (tutte, comprese quelle irrilevanti).

Il decreto, dopo il passaggio alla Camera di oggi, dovrà comunque essere approvato in Senato e il 29 febbraio scadono i 60 giorni, tempo massimo per la sua conversione in legge.

Matteo Petri

Giovane studente appassionato di giornalismo, filosofia e musica. Nato nella provincia toscana di Lucca nel 1995, diplomato allo scientifico e laureato in filosofia a Pisa nel 2017. Compulsivamente curioso di natura, assillatore di domande professionista. Vespista, nonché bassista nel tempo libero.