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Scandalo Enac. Appalti truccati in cambio di favori, agli arresti sei dirigenti

di Silvia Renda08 Aprile 2014
08 Aprile 2014

enac-banner1La ristrutturazione della casa può passare attraverso uno scambio di favori illeciti. È successo con il “caso Enac”, lo scandalo che ha coinvolto l’Ente nazionale per l’Aviazione Civile e il suo funzionario, Sergio Legnante, ex direttore dell’Aeroporto di Ciampino. L’accusa per Legnate è quella di aver pilotato gli appalti in cambio di favori e regali. Come la meravigliosa piscina con annesso giardino, costruita nella sua villa all’Axa, gentile offerta della società privilegiata dal funzionario.

La ditta in questione è l’Mgm spa, capitanata dall’imprenditore Massimiliano Mantovani, che secondo gli inquirenti sarebbe il capo e il promotore dell’associazione a delinquere. Lo stesso Mantovani, infatti, era a capo delle diverse società – Mast srl, 2T Appalti, Fama srl, Global Project srl, Resine Industriali srl, Edil Moter slr e Mgm spa – che tra il 2009 e il 2014 hanno eseguito tutti i lavori presso gli aeroporti minori del Lazio, in particolare in quello Roma-Urbe.

Per Mantovano e Legnate sono scattati questa mattina i mandati di custodia cautelare in carcere emessi dal gip del Tribunale di Roma, Maurizio Caivano ed eseguiti dalla polizia di Stato. Con loro arrestato anche l’ingegnere Alfonso Mele, in servizio presso la Direzione centrale dell’Ente nazionale dell’aviazione civile. Sono toccati i domiciliari invece ad altri tre personaggi coinvolti nello scandalo: Luigi Guerrini e Adriano Revelant (collaboratori di Mantovano) e Renato Lolli (dipendente Enac).

Silvia Renda

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