Scontro sulla ManovraDi Maio parla di complottoSalvini invita alla calma

E intanto Boccia fa dietrofront "Nessun endorsement alla Lega"

La sfida più grande del governo giallo-verde rimane quella con i mercati e con i detrattori della “manovra del popolo”. Lo spread apre in lieve rialzo a quota 272 punti; Piazza Affari risale subito dopo un avvio negativo. Lo scontro tra esecutivo e opposizioni è, invece,  alle stelle. Ieri il ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico Luigi Di Maio ha puntato il dito contro Pd e Forza Italia, accusandoli di fare terrorismo sullo spread. «Non riescono a fare un’opposizione politica e quindi con i loro giornali creano terrorismo mediatico per far schizzare lo spread sperando in un altro colpo di Stato finanziario», ha tuonato Di Maio.

Altri esponenti del governo invitano alla calma. Su Facebook  il presidente del Consiglio Giuseppe Conte difende la manovra: «Abbiamo gettato le basi per una manovra seria e coraggiosa, che guarda alla crescita nella stabilità dei conti pubblici». Il ministro dell’Interno Matteo Salvini assicura che sarà rispettata la Costituzione. Una risposta alle preoccupazioni di Mattarella, che aveva invocato l’articolo 97 della Carta, riguardo all’obbligo del governo di tenere in equilibro il bilancio e il debito pubblico.

«Sbaglia chi non ascolta il richiamo di Mattarella. La tenuta dei conti riguarda tutti», ha dichiarato il Presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani, intervistato dalla Stampa. Il vicepresidente di Forza Italia manda così un messaggio all’alleato di centrodestra. Ma a rivolgersi alla Lega è soprattutto il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia, intervenuto questa mattina a Radio Capital. «Nessun endorsement a Salvini – ha dichiarato Boccia – la nostra era una provocazione». Il leader di viale Astronomia si riferisce ad alcune incoerenze nella linea del partito del vicepremier che “sul territorio è verde” ed al governo è “gialloverde”.

Boccia si è rivolto poi a Di Maio, accusandolo di attaccare e di non rispettare le parti sociali. Il riferimento è al presidente di Confindustria Veneto Zoppas, che aveva criticato il decreto dignità. Ma non solo: «Vale per noi, vale per i giornalisti, vale per tutti. Io parlo di rispetto», ha spiegato il presidente.

 

 

Valerio Toma

Nato a Cagliari nel 1992, dopo la maturità scientifica frequenta il corso di laurea in Lingue e Comunicazione alla Facoltà di Cagliari. Completa il percorso accademico con 110 e lode presentando la tesi “Tanti anchor, altrettanti linguaggi’’: uno studio sui modelli di conduzione dei notiziari italiani. Parla fluentemente l’inglese e il tedesco.