"Mi fa impressione lo scetticismo della gentenei confronti dello Stato"

Don Pino De Masi a Lumsanews "Bisogna lavorare sui giovani"

ROMA – Don Pino De Masi, vicario generale della diocesi di Oppido-Palmi, dal 2000 è referente dell’Associazione “Libera contro le mafie” nella piana di Gioia Tauro.  È, inoltre, presidente dell’osservatorio giovanile e del comitato cittadino antimafia. Rappresenta uno dei protagonisti in Calabria e nell’intero Paese della lotta alla criminalità organizzata. Ai microfoni di Lumsanews ha commentato l’arresto di Matteo Messina Denaro.

Cosa significa per lei la cattura del superlatitante?
“Credo che il 16 gennaio sia una data storica per l’Italia, una festa in cui dobbiamo dare atto alle Forze dell’ordine per il lavoro portato avanti in questi trent’anni. In particolar modo, al generale che ha portato avanti la cattura, che ho conosciuto quando lavorava a Reggio Calabria”.

Il giudice Falcone diceva che la mafia è un fenomeno umano che “ha un principio, una sua evoluzione e avrà quindi anche una fine. Spero solo che la fine della mafia non coincida con la fine dell’uomo”. Può considerarsi la cattura del boss l’inizio di una parabola discendente dell’organizzazione Cosa nostra?
“Esatto, sono i tempi il problema. Quando sarà? Dipenderà dal lavoro che noi facciamo. L’impegno che dobbiamo prendere è quello di lavorare con i figli delle mafie. Mentre lavoriamo con gli altri dobbiamo continuare con loro perché non riproducano i comportamenti dei famigliari. È un lavoro molto lento e difficile. È un accompagnamento quotidiano”.

Il velo di omertà dei mafiosi è ciò che rende possibile l’affermazione della criminalità. Cosa pensa, dunque, sulla latitanza di Matteo Messina Denaro nella sua Sicilia?
“Dobbiamo capire chi c’era affianco al latitante e a quali livelli. Il problema diventa sempre più serio. Credo che abbia avuto delle protezioni a livello istituzionale, purtroppo il vero problema negli ambiti criminale sono l’omertà e la corruzione. Mafia e corruzione sono la stessa cosa. Ci sono spezzoni dello Stato molto sani e altri corrotti. Bisogna distinguere”.

Può l’educazione scolastica, cristiana e famigliare porre un freno alla cultura dell’omertà?
“Ho organizzato un incontro con alcuni studenti per commentare l’evento. Ho riscontrato una sfiducia profonda nei confronti dello Stato. Hanno dubitato del lavoro serio delle istituzioni. Bisogna lavorare sui giovani per combattere le zone d’ombra di alcuni territori.  ‘La Repubblica siamo tutti noi’ ha affermato il presidente Sergio Mattarella nel discorso di fine anno. Ed è proprio così. Sono impressionato dal generale scetticismo nei confronti dello Stato. Il vero problema, infatti, è di natura culturale ed educativa ed è lì che dobbiamo correggere la visione distorta di alcuni. Dobbiamo coltivare la fiducia proprio nelle giovani generazioni”.

Cosa direbbe a Matteo Messina Denaro se lo potesse vedere di persona?
“Gli direi di mettersi la mano sulla coscienza e parlare. In termini cristiani di convertirsi. In termini umani di parlare, di contribuire, di aiutare i giovani a riscattarsi. Mi appellerei alla coscienza perché anche Matteo Messina Denaro ha una coscienza”.

Qual è l’impegno che lei e Libera conto le Mafie prende quotidianamente per combattere la criminalità?
“Il costante lavoro di sensibilizzazione dei ragazzi che, purtroppo, durante il covid, si è perso. La pandemia ha portato ad anni di vuoto, ma la Repubblica sono loro e senza di loro non si può combattere la criminalità”.

Nella foto in alto, don Pino De Masi

Giulia Mutti

Nata in Toscana, lì dove le Apuane si affacciano sul mar Tirreno, sono laureata in Lettere all’università “La Sapienza” di Roma. Nella città eterna, ho maturato interessi in campo letterario e giornalistico, strade che ho scelto di seguire con perseveranza e dedizione. Appassionata, da sempre, di temi di attualità e politica, ritengo che i fatti, di per sé, non esistano senza le motivazioni e i sentimenti degli uomini che li governano.