Italian Foreign Minister Luigi Di Maio (R) and Us State Secretary Mike Pompeo during a joint press conference after their meeting at Villa Madama in Rome, 02 October 2019. ANSA/FABIO FRUSTACI

Dazi, la stangata all'ItaliaPompeo avverte sul 5G"Occhio alla nostra privacy"

Agroalimentare, danno da un miliardo Di Maio: "Difenderemo nostri interessi"

A seguito della decisione dell’Organizzazione mondiale del commercio (Wto) che ha autorizzato gli Stati Uniti a penalizzare l’import con i dazi, il conto da pagare per l’Unione europea, ma anche per l’Italia, è salatissimo: rispettivamente 7.5 miliardi di dollari e quasi un miliardo per l’agroindustria del Bel Paese, secondo le stime di Coldiretti.

Una stangata arrivata dopo che la compagnia aeronautica statunitense Boeing aveva fatto ricorso per la concorrenza sleale di Airbus, consorzio europeo, beneficiario di aiuti illegali da parte del vecchio continente. Ora si fa più concreto il timore di una recessione globale. I beni italiani che potrebbero essere colpiti con dazi al 25% vanno dal pecorino romano al parmigiano reggiano fino al provolone e il prosciutto.

Il segretario di Stato americano Mike Pompeo, in visita a Roma nei giorni della decisione del Wto, è stato intervistato da Sky Tg24 sulla questione dei dazi e ha dichiarato che la decisione presa dall’Organizzazione era quella che gli Usa si aspettavano. Poi ha paventato l’ipotesi di tassare anche il vino. Immediata la replica del ministro degli Esteri Luigi Di Maio: “L’Italia difenderà i suoi interessi nazionali su ogni campo, specie quello economico e commerciale”.

Il segretario di Stato americano, nel corso dell’intervista, ha affrontato anche il tema del 5G e della collaborazione italiana con la Cina. “Dobbiamo capire i rischi che sono presenti, se un’azienda italiana decide di investire o fornire attrezzature che hanno una rete che i nostri team di sicurezza nazionale ritengono mettano a rischio la nostra privacy, allora dovremo prendere delle decisioni difficili. Vogliamo essere partner dell’Italia ma non a sacrificio della sicurezza nazionale americana, perché c’è il rischio che gli avversari oppure il partito comunista cinese abbiano accesso a queste informazioni”.

Diana Sarti

Nata a Roma nel 1995, si è laureata in scienze politiche alla Luiss. Scrive soprattutto per il web, con particolare attenzione agli esteri. Appassionata di teatro e Giochi olimpici, ha scritto spesso di nuoto e atletica leggera. Viaggiatrice da sempre e poliglotta, parla cinque lingue.