Inaugurazione del primo HUB di economia Circolare di Stellantis Foto Ansa

Per salvare MirafioriStellantis chiamal'alleato cinese Leapmotor

Produrrà 150 mila vetture a trazione elettrica low cost

Italia e Cina unite dal motore. Per salvare Mirafiori, l’iconica fabbrica automobilistica italiana tra le più antiche d’Europa, Stellatis chiama l’alleato di Pechino, Leapmotor. Il gruppo cinese, che ha già accordi produttivi con la multinazionale italo-francese, sarebbe pronto a spostare la produzione di alcuni modelli nella fabbrica torinese in difficoltà.

Nello stabilimento Mirafiori si producono attualmente la 500 elettrica e le Maserati Gran Cabrio, Gran Turismo e il suv Levante (la produzione di quest’ultimo modello si interromperà il 31 marzo). Lo stabilimento però nel 2023 ha prodotto solo 80 mila vetture rispetto alle 100 mila previste. Un accordo, questo, che risanerebbe la situazione dello stabilimento Mirafiori con la produzione di 150 mila vetture elettriche low cost all’anno. La produzione spiega la Automotive News Europe testata specializzata potrebbe partire nel 2026 o nel 2027 e i modelli cinesi prodotti a Mirafiori verrebbero venduti dalla rete di concessionari europei di Stellantis. Una notizia confermata giorni scorsi anche dell’amministratore delegato Carlos Tavares che parlando della partnership con la società cinese non aveva escluso la possibilità che Leapmotor iniziasse a produrre in Italia “se ci fosse un business case adeguato”.

Inoltre la società franco-italiana ha acquisito il 20% di Leapmotor nel 2023 a fronte di un pagamento di circa 1,5 miliardi di euro. Dall’unione è nata anche una joint-venture con base in Olanda chiamata Leapmotor International controllata dalla società italo-francese per il 51%. 

I dati del colosso Stellantis

Sono stati pubblicati oggi i dati vendita del gruppo Stellantis. La multinazionale ha venduto a gennaio 162.525 auto, il 15% in più dello stesso mese dell’anno scorso, in Europa (Ue, Paesi Efta e Regno Unito). La crescita è maggiore di quella del mercato (+11,5%). La quota di mercato sale al 19,1% contro il 18,6% di un anno fa.