Titanic: storia di un secolo. Cento anni fa un Iceberg distruggeva il sogno del progresso inarrestabile.

L’affondamento del Titanic è un evento che ha lasciato un segno indelebile nella storia della nautica. Quella notte d’aprile 1912 insieme alla più grande nave da crociera mai costruita fino ad allora affondava nel cuore dell’Atlantico l’idea che l’evoluzione dell’uomo non potesse avere dei limiti.

 Il Titanic doveva il suo nome alle antiche divinità mitologiche portatrici della potenza planetaria. Fabbricata agli inizi dell’900 nei cantieri di Belfast questo gigante d’acciaio nasceva con l’intento di imporsi tra i mari e dominare i più grandi porti mondiali.

Tutti i giornali ne esaltavano le caratteristiche, venerandone l’immensità  e dipingendola come la nave perfetta. Alcune riviste di stampo positivista  arrivarono  a sostenere che neanche Dio avrebbe potuto affondarla.

Una sfida troppo avventata che venne raccolta da un Iceberg di dimensioni modeste. Un impatto laterale con la montagna di ghiaccio ne schiavardò la fiancata consentendo ad un quantitativo incalcolabile d’acqua d’allagare le stive e di spezzare come un ramoscello la nave. Nel celebre film diretto da Cameron, viene messo in evidenza come nessuno tra ufficiali ed ingegneri di bordo, si curasse della sicurezza del piroscafo, ignorando i messaggi di avvistamenti Iceberg  e di come con un irriverente spocchia si decise di ridurre il numero di scialuppe per non deturpare la bellezza estetica della nave.

Oggi a distanza di un secolo esatto dall’affondamento del Titanic, e dopo la sciagura della Costa Concordia torna d’attualità il tema della sicurezza dei mari. Satelliti e carte di bordo sono i mezzi più affidabili per contrastare queste minacce: tuttavia un’eccessiva dose di prudenza e il massimo rispetto nei confronti delle forze della natura rimangono i requisiti fondamentali per un viaggio senza insidie.

 Gianpaolo Confortini