Guerriglia urbana nel centro di Torino per il corteo di centri sociali e anarchici contro lo sgombero dell'Asilo occupato, ultimato ieri dopo due giorni di tensione, 09 febbraio 2019. ANSA/ALESSANDRO DI MARCO

Arrestati alcuni anarchiciper gli scontri a Torinodopo lo sgombero dell'Asilo

Soddisfatto l'assessore regionale Ricca "Chi sbaglia non rimane mai impunito"

La Digos di Torino, con il coordinamento della Procura della Repubblica, ha eseguito nuove misure cautelari per gli scontri avvenuti lo scorso 9 febbraio quando gli anarchici avevano messo a ferro e fuoco Torino a seguito dello sgombero del centro sociale “Asilo”, una ex scuola materna che era occupata da più di vent’anni.

Dall’alba sono stati eseguiti arresti e misure cautelari in tutta Italia. Da fonti si apprende che un indagato è sassarese e sarebbe il destinatario di un provvedimento di obbligo di dimora nella provincia sarda. Le misure di oggi vanno a aggiungersi agli undici arresti eseguiti la sera della manifestazione anarchica, che aveva scatenato la guerriglia. Con il coordinamento della Direzione centrale della Polizia sono state effettuate anche diverse perquisizioni.

I reati contestati a vario titolo vanno dalle lesioni aggravate alla resistenza a pubblico ufficiale ma anche danneggiamento e imbrattamento. Intanto sul sito del centro sociale torinese Askatasuna i militanti esprimono solidarietà agli anarchici coinvolti nell’inchiesta. “Con questa operazione la Questura e la Procura vogliono colpire la solidarietà e la determinazione dei molti che si sono sentiti chiamati in causa da questo sgombero e hanno deciso di reagire”.

Sulla vicenda è intervenuto anche Fabrizio Ricca, assessore alla Sicurezza della Regione Piemonte: “Quello che le forze dell’ordine hanno dato ai volenti anarchici che devastarono Torino, scatenando la guerriglia, è un segnale importantissimo. Chi dichiara guerra alle Istituzioni, terrorizzando i cittadini e rompendo tutto, non rimarrà impunito”. Ricca ha poi concluso: “Se le accuse fossero confermate, vorrebbe dire che anche a distanza di mesi, dopo indagini approfondite, il conto da pagare arriva sempre ai violenti”.

Diana Sarti

Nata a Roma nel 1995, si è laureata in scienze politiche alla Luiss. Scrive soprattutto per il web, con particolare attenzione agli esteri. Appassionata di teatro e Giochi olimpici, ha scritto spesso di nuoto e atletica leggera. Viaggiatrice da sempre e poliglotta, parla cinque lingue.