Toto-Quirinale, Finocchiaro in pole position
Il M5S annulla votazioni online per attacco hacker

È ancora stallo sulla scelta di un nome condiviso dai partiti per il prossimo Presidente della Repubblica. Il toto-Quirinale per ora si gioca su due rose di nomi. Tra queste, ci sono personalità come l’attuale ministro delle Giustizia Paola Severino e Luciano Violante. Due nomi, in verità, poco probabili: la prima ha poca esperienza, il secondo poco consenso. La rosa ristretta invece punta su Giuliano Amato, Franco Marini, Pietro Grasso e Anna Finocchiaro. Proprio Finocchiaro è data in pole position: l’ex capogruppo Pd al Senato incarna infatti l’identikit che ha in mente Pierluigi Bersani, è molto vicina a Massimo D’Alema, e ha estimatori sia nel Pdl che e nella Lega.

Politico o outsider. Tuttavia proprio Bersani ha invitato a fare “un ulteriore sforzo di fantasia: tutti i nomi usciti finora sono adeguati, ma non è detto che una figura politica debba essere quella dello stretto giro dei soliti noti”. Il segretario del Pd invita quindi i partiti a ricercare un volto nuovo, lanciando un messaggio alla Lega che va in direzione opposta per la scelta del futuro Capo dello Stato. “Gli esterni non devono essere della partita – ha detto ieri il leader del Carroccio Roberto Maroni – Noi vogliamo alla presidenza della Repubblica un politico puro. Per quanto mi riguarda la scelta perfetta è il capo del partito di maggioranza”. Cioè Bersani, che però rimanda al mittente l’invito: “Toglietevelo dalla testa, è una gigantesca cavolata. Io non sto brigando per una poltrona, cerco di trovare una soluzione per l’Italia” ha detto.

Attacco hacker al M5S. Sul fronte grillino, oggi sarebbe dovuto arrivare l’esito della consultazione online delle “quirinarie” per la scelta del futuro Presidente della Repubblica. Sarebbe, perché la votazione è stata annullata a causa di un attacco informatico. Si dovrà perciò rivotare oggi.  I nomi più probabili restano sempre gli stessi, tra questi quelli di Beppe Grillo, Dario Fo, Gustavo Zagrebelsky, Ferdinando Imposimato, Stefano Rodotà, e soprattutto Milena Gabbanelli e Gino Strada.

Nessun salvacondotto. Quanto alle voci circolate ieri su una possibile trattativa tra Pd e Pdl per concedere un salva-condotto a Silvio Berlusconi – facendo così cadere tutti i suoi processi – in cambio di un accordo su governo e sul prossimo inquilino del Quirinale, oggi arriva la smentita del leader di centrodestra. In un’intervista rilasciata a la Repubblica, Berlusconi ha dichiarato che “all’amnistia non ci penso. A questi accordi io non credo più, e non ne ho mai sentito parlare. Inoltre l’amnistia è indigesta a tutti, e la gente non sarebbe d’accordo”. Niente salva-condotto quindi. Piuttosto, “si può concordare una strada per il Quirinale,” a patto però che “ci sia un accordo per un esecutivo di larghe intese”. Altrimenti, conclude Berlusconi, “non se ne fa nulla. Serve un governo forte e non ballerino”.