NEW YORK – Il vertice tra Donald Trump e Benjamin Netanyahu per porre fine alla guerra a Gaza non ha avuto effetti solo sul piano geopolitico, ma anche su quello sportivo. Dopo l’incontro del 29 settembre alla Casa Bianca tra il presidente americano e il premier israeliano, l’Uefa – il più alto organismo di governo del calcio europeo – ha congelato il volto sulla sospensione di Israele dalle proprie competizioni nazionali. A riportare la notizia è stato il quotidiano britannico The Times.
La posizione dell’Uefa e il ruolo della Fifa
La maggioranza dei membri del comitato esecutivo si era dichiarata a favore della squalifica, ma l’incontro tra i due leader avrebbe cambiato lo scenario. La decisione della società calcistica, inoltre, potrebbe essere presa in esame anche dalla Fifa. La Federazione potrebbe escludere la nazionale di Tel Aviv dalle competizioni internazionali, così come è stato fatto con la Russia dopo l’invasione dell’Ucraina nel 2022. Un possibile voto che potrebbe ripercuotersi anche sull’ammissione ai Mondiali del 2026 a Città del Messico. Ma come riporta il quotidiano L’Espresso, la stessa Fifa si trova in una posizione difficile, visto lo stretto rapporto tra il suo presidente Gianni Infantino e Donald Trump.
Usa: “No all’esclusione di Israele dai Mondiali”
Gli Stati Uniti, inoltre, hanno sempre sostenuto Israele, anche sul piano sportivo. Una spinta arrivata proprio dal presidente americano. Nelle ultime settimane, poi, un portavoce del Dipartimento di Stato aveva dichiarato: “Lavoreremo senza sosta per fermare qualsiasi sforzo di estromettere la nazionale israeliana di calcio dal Mondiale”.