HomeCultura Il governo ucraino punta sugli NFT per finanziare la resistenza alla Russia

Il governo ucraino punta
sugli NFT per finanziare
la resistenza alla Russia

Sostenere gli sforzi di guerra

e le attività dei media tra le priorità

di Alessio Brandimarte21 Marzo 2022
21 Marzo 2022

Il governo ucraino sta preparando una collezione di NFT per ricordare l’invasione russa attraverso l’arte digitale. Si tratta di gettoni non fungibili, ovvero beni virtuali unici di cui gli utenti possono acquisirne la proprietà, per finanziare gli sforzi di guerra e le attività dei media.

Il viceministro della Trasformazione digitale ucraino, Alex Bornyakov, intervistato dal Guardian, sostiene che la collezione sarà “come un museo della guerra russo-ucraina. Vogliamo raccontare il mondo in formato NFT”. Il viceministro sottolinea che ogni bene virtuale rappresenterà un’opera d’arte che racconterà una storia tratta da fonti affidabili.

Nel frattempo, un appello del governo ucraino per le donazioni di criptovaluta ha superato i 60 milioni di dollari. Le risorse ricavate, secondo Bornyakov, “si sono rivelate estremamente utili per facilitare i flussi di finanziamento alle forze armate ucraine”. Tra gli oggetti acquistati, troviamo giubbotti antiproiettile, pranzi al sacco, medicine, caschi, occhiali per la visione notturna e walkie-talkie, tutti oggetti utili per salvare la vita dei soldati ucraini.

Il viceministro aggiunge che la “diplomazia digitale” dell’Ucraina ha convinto diverse piattaforme di social media e aziende internazionali a bloccare i contenuti dei media statali russi e a cambiare completamente la loro politica di informazione.

Bornyakov definisce i social media come una delle armi usate dal Cremlino nel conflitto, facendo presente che la guerra digitale non è iniziata da qualche settimana, ma otto anni fa: “Loro ci attaccavano costantemente e istantaneamente con attacchi DDoS, deturpando siti web o rubando i nostri database”. Si tratta di attacchi distribuiti in rete, che sfruttano i limiti specifici di qualsiasi risorsa, inviando molteplici richieste che impediscono all’infrastruttura di funzionare correttamente.

Il viceministro comunica che la maggior parte delle piattaforme di questi social media sono state disabilitate: un risultato positivo per fermare il flusso costante di cyber-attacchi.

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