KIEV – Serve il sostegno dell’Europa. Ancora. Lo ha ribadito il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, che ha affermato come il suo Paese abbia ancora bisogno del sostegno finanziario dell’Unione europea, per almeno altri due o tre anni. Questa la risposta del leader ucraino alla proposta della Commissione europea che vorrebbe sbloccare gradualmente i beni russi congelati per finanziare l’Ucraina. La presidente della Commissione Ursula von der Leyen ha fatto sapere di ritenere “valida e non banale” la proposta di un prestito di riparazione all’Ucraina grazie agli asset russi immobilizzati.
Forze russe a Pokrovsk
Intanto, avanzano le forze russe che – stando a quanto sostenuto da Zelensky – hanno messo piede nella città di Pokrovsk, nell’area orientale del Paese. Nella città, che la Russia mira a conquistare da oltre un anno, sarebbero entrati 200 soldati, dislocati in vari punti. Dal Cremlino il ministro degli Affari Esteri, Serghei Lavrov, ha dichiarato che la Russia non ha alcuna intenzione di attaccare un Paese della Nato e afferma di essere pronta a sottoscrivere questo impegno in un accordo sulle garanzie di sicurezza. E spera che il presidente degli Stati Uniti Trump continui a cercare “sinceramente” una soluzione alla crisi ucraina e mantenga l’impegno verso quei principi di cui si è parlato al vertice di Anchorage, lo scorso agosto, e che partono proprio da proposte americane.
Le parole di Parolin
Sulla guerra in Ucraina ha rilasciato delle dichiarazioni anche il cardinale segretario di Stato Pietro Parolin, a margine di un evento al Bambino Gesù di Roma. Secondo Parolin “serve un gran coinvolgimento di tutta la comunità perché si possa arrivare a fare qualche passo verso la pace”. Per il cardinale un ruolo chiave nel processo di pace può essere giocato dalla Cina.


