NEW YORK – L’ex capo dell’Fbi James Comey è stato incriminato dal gran giurì. Lo riporta la Cnn, citando alcune fonti rimaste anonime. L’uomo, nemico giurato del presidente degli Stati Uniti Donald Trump, è stato accusato di false dichiarazioni e ostruzione di giustizia. Si compie così la vendetta del tycoon, che nei giorni scorsi aveva chiesto alla ministra della Giustizia Pam Bondi di perseguire i suoi rivali, tra i quali proprio Comey.
Comey: “Non ho paura, sono innocente”
Per le agenzie di stampa statunitensi, Comey dovrebbe consegnarsi alle autorità nelle prossime ore, quando in America sarà mattina. “Non ho paura”, queste le sue parole, “e spero che anche voi non ne abbiate. Sono innocente: ho fiducia nel sistema giudiziario. Io e la mia famiglia sapevamo da anni che ci sarebbero stati costi per l’essersi opposti a Donald Trump”.
Comey rischia fino a cinque anni di carcere
Sempre secondo la Cnn Comey è il primo capo del Bureau a essere incriminato nell’intera storia americana. Rischia fino a cinque anni di carcere. Al grand giurì che si è occupato del suo fascicolo, erano stati presentati tre capi d’accusa. Il terzo, relativo a Hillary Clinton, è stato respinto. L’incriminazione è stata firmata solo da Lindsey Hallingan, ex avvocatessa di Trump nominata procuratrice per il distretto orientale della Virginia. Sintomo di un dipartimento spaccato tra chi è a favore e chi è contro la decisione del giudice.
Trump plaude all’incriminazione
“Giustizia in America”, ha scritto il presidente Usa Trump sul suo social Truth. “Uno degli uomini peggiori a cui questo paese sia mai stato esposto è James Comey, l’ex capo dell’Fbi. Oggi è stato incriminato da parte del gran giurì su due capi d’accusa. È stato così cattivo per il nostro paese, per così tanto tempo, e ora sta per essere ritenuto responsabile del suo crimine per la nazione”.
Bondi: “Nessuno è al di sopra della legge”
“L’incriminazione di oggi” – ha dichiarato il capo del dipartimento della Giustizia Pamela Bondi su X, riferendosi all’ex capo dell’FBI senza fare mai il nome di Comey – “riflette l’impegno del Dipartimento a ritenere responsabili coloro che abusano di posizioni di potere per aver tratto in inganno gli americani. Seguiremo i fatti su questo caso”.
Il Russiagate per attaccare l’operato di Comey
“Per troppo tempo” – ha commentato l’attuale numero uno dell’Fbi Kash Patel riferendosi all’incriminazione del suo predecessore – “i precedenti corrotti leader hanno usato come arma la giustizia, danneggiando le istituzioni ed erodendo la fiducia del pubblico. Per Patel “nessuna politicizzazione è stata più evidente che nel caso della bufala del Russiagate”, definito un capitolo sventurato della storia statunitense.