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Gol, autogol e doppiette: la “pazza” Italia di Gattuso batte Israele 5-4 in extremis

di Tommaso Di Caprio09 Settembre 2025
09 Settembre 2025
Italia Israele

Qualificazioni mondiali, Israele-Italia 4-5 | Foto Ansa

DEBRECEN – Lo svantaggio, la rimonta, il ribaltone finale. La vittoria dell’Italia su Israele per 5-4 è stata una partita per cuori forti. Una di quelle dove gli schemi preparati alla vigilia saltano per aria già nel primo quarto d’ora di gioco. Gli azzurri guidati da Rino Gattuso sono andati sotto due volte, recuperando lo svantaggio sul 2-2, firmando il sorpasso sul 4-2 grazie alla doppietta di Moise Kean e al lavoro sporco in area di Politano e Raspadori. Ma proprio quando i tre punti in palio sembravano essere alla portata e il percorso verso i mondiali 2026 più sereno, un autogol di Bastoni e un colpo di testa di Dor Peretz, vecchia conoscenza del calcio italiano con il Venezia, hanno riaperto i giochi. A riportare il sorriso in campo e sugli spalti, questa volta definitivamente, un tiro in pieno recupero di Sandro Tonali che ha regalato all’Italia il secondo posto nel girone. 

La pazza partita degli azzurri

Una partita imperfetta ma decisiva dove l’importante era portare a casa il risultato anche sbagliando. Una partita “da pazzi”, come l’ha definita il Ct azzurro che ha riconosciuto il merito dei ragazzi in campo: “a ogni schiaffone preso sono stati in grado di reagire”. Ma oltre al risultato positivo la sfida contro Israele lascia in eredità a Gattuso diverse criticità da risolvere. A cominciare dalla difesa, troppo morbida e ballerina. Il doppio svantaggio, la facilità di Solomon nel penetrare le linee azzurre e servire l’assist a Peretz sono errori che in altre occasioni possono diventare fatali. Come evidenziato dallo stesso Gattuso, che nel commentare il risultato ha ammesso: “qualcosina dobbiamo migliorare”, perché “abbiamo preso dei gol assurdi”. 

Più equilibrio, meno follia

A giudicare da quanto visto in campo, poteva finire in tutti i modi, ma la rimonta e i tre punti dopo 102 minuti di battaglia hanno riportato ottimismo nello spogliatoio. Sicuramente ciò che ha funzionato meglio è stato l’attacco. Una nazionale a trazione offensiva è riuscita a coprire le falle di un reparto difensivo troppo spesso in affanno. Il 4-4-2 iniziale disegnato da Gattuso non ha convinto fino in fondo, lasciando spesso delle voragini tra i reparti nella fase di costruzione del gioco e in quella di ripiegamento. E proprio sul modulo, Gattuso ha fatto mea culpa: “avremmo dovuto attuare il blocco compatto. Ma questo è un problema mio”. Al di là delle colpe, per il futuro, la soluzione andrà trovata prima. E magari si riuscirà a vedere una nazionale più equilibrata e imprevedibile. La strada verso i mondiali 2026 è ancora lunga. Nove punti nel girone non bastano. La differenza reti non aiuta. Ma sperare in un passo falso della Norvegia, prima in classifica,  contro la Moldova forse sì.

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