ROMA – La corsa di OpenAI verso l’intelligenza artificiale generale è ufficialmente iniziata. La società capitanata da Sam Altman ha firmato un oneroso contratto con Oracle per acquistare 300 miliardi di dollari in potenza di calcolo in cinque anni. Un impegno enorme che supera di gran lunga l’attuale fatturato della startup.
Un investimento enorme anche dal punto di vista energetico
La somma da capogiro, che rende l’accordo uno dei più grandi contratti cloud mai firmati, dimostra come la spesa per i data center di IA stia raggiungendo nuovi massimi nonostante i crescenti timori per una potenziale bolla speculativa. Il contratto con Oracle richiederà un investimento di risorse enorme: 4,5 gigawatt di capacità energetica, all’incirca paragonabile all’elettricità prodotta da più di 2 dighe di Hoover o alla quantità consumata da circa 4 milioni di persone.
Il patrimonio del co-fondatore supera quello di Musk
Un’altra vittoria per Oracle che il 10 settembre ha fatto registrare una clamorosa impennata in Borsa con guadagni vicini al 40% che hanno portato la capitalizzazione della società da 678 a 943 miliardi di dollari e hanno fatto schizzare il patrimonio del del co-fondatore Larry Ellison a quota 393 miliardi, rendendolo attualmente l’uomo più ricco al mondo.
Trimestre da record per la società di Larry Ellison
Secondo gli analisti la spinta sarebbe arrivata dai conti trimestrali ma soprattutto dai contratti legati all’intelligenza artificiale. Di fronte ai ricavi, l’amministratrice delegata Safra Catz ha definito il trimestre “straordinario”, complici anche i quattro contratti plurimiliardari firmati in quei mesi e prenotazioni salite a 455 miliardi di dollari, ben oltre le previsioni di mercato.