ROMA – Una flessione dell’evasione fiscale e contributiva in Italia di 25 miliardi negli ultimi otto anni. Questi i dati che emergono da un’audizione del capo del servizio fiscale di Bankitalia, Giacomo Ricotti, alla commissione di vigilanza sull’anagrafe tributaria.
La flessione di 25 miliardi
Dall’indagine conoscitiva sulle misure di contrasto all’evasione fiscale è emersa una “riduzione dell’evasione fiscale, sia in valore assoluto sia in termini percentuali”. A dichiararlo è Giacomo Ricotti. Il capo del servizio fiscale ha ricordato che dai 97 miliardi nel 2017, l’evasione fiscale “ha subito una contrazione nell’ordine di 25 miliardi. Anche in termini relativi, la propensione all’evasione è scesa di quasi 6 punti percentuali, dal 21% del 2017”. Dalle stime più recenti, relative al 2021, risulta che la sola componente fiscale dell’evasione “si attesta attorno ai 72 miliardi mentre considerando anche l’evasione contributiva si sale a oltre 82 miliardi”.
Le ragioni del miglioramento
Il responsabile della Banca d’Italia ha spiegato che a favorire il miglioramento è stato il potenziamento del Sif, il sistema informativo della fiscalità. Fondamentale l’utilizzo dell’intelligenza artificiale in campo fiscale. Un miglioramento ottenuto con “misure come la fatturazione elettronica e la trasmissione telematica dei corrispettivi”. A contribuire al calo dell’evasione Iva, soprattutto nel biennio 2020-2021, sono stati fattori specifici legati alla pandemia e all’aumento di acquisti sul web. Secondo Banca d’Italia, la propensione all’evasione sarebbe pari a circa il 15 per cento del gettito teorico. Da una comparazione internazionale risulta che l’unico indicatore standardizzato disponibile è costituito dal Vat gap, “più elevato in Italia rispetto ai principali paesi europei e alla media europea”, anche se ha registrato “un netto miglioramento negli ultimi anni”.
Nella gestione del fisco e della lotta all’evasione l’Italia si distingue per un ruolo pionieristico nell’adozione su larga scala della fatturazione elettronica. Il capo del servizio fiscale di Bankitalia ha osservato che “il nostro Paese si colloca in una posizione avanzata anche nell’ambito dei servizi al contribuente, incluse le dichiarazioni fiscali precompilate, alimentate con dati raccolti da un’ampia gamma di fonti e utilizzate in Italia anche in campo Iva”.