WASHINGTON – Fino a ieri sera, 24 settembre, sullo sfondo di Capitol Hill troneggiavano le due statue di Donald Trump e Jeffrey Epstein mano nella mano. La polizia ha rimosso l’installazione intitolata “Best Friends Forever”, che sarebbe dovuta rimanere nel National Park fino alle 20 di domenica prossima.
Il mistero sulle installazioni anti-Trump
È dal 6 gennaio 2024 che nel viale del National Mall compaiono statue contro il presidente degli Stati Uniti. Un escremento di bronzo posato sopra una scrivania, ironicamente dedicato “ai coraggiosi uomini e donne che il 6 gennaio 2021 hanno fatto irruzione nel Campidoglio degli Stati Uniti per saccheggiare, allo scopo di ribaltare un’elezione”. Quest’estate è invece comparsa la testa della Statua della Libertà schiacciata da un gigantesco “pollice in su”. Ad accompagnarla, la targa “Approvato dal dittatore” accompagnata da citazioni di Vladimir Putin, Viktor Orbán, Kim Jong Un e Jair Bolsonaro. Rimangono sconosciuti gli autori di queste opere, ma le autorità hanno sempre confermato la legalità delle installazioni, i cui permessi consentivano l’esposizione per un tempo limitato.
Nessuna spiegazione per la rimozione anticipata
Anche questa volta, la statua aveva un regolare permesso, ma la portavoce del dipartimento dell’Interno Elizabeth Peace ne ha giustificato la rimozione anticipata dichiarando che “non era in linea con il permesso”, senza rispondere a ulteriori richieste di chiarimenti. Silenzio anche dalla Casa Bianca. Carol Fleischer, che aveva presentato la domanda di permesso al National Park per conto degli artisti, denuncia il mancato preavviso: “Non ho ricevuto niente. Solo una telefonata alle 5:30 di questa mattina dalla sicurezza del parco in cui mi hanno detto della rimozione”.
Contro i “migliori amici” Trump-Epstein
La scultura rappresenta una chiara critica al rapporto tra Donald Trump e il finanziere Jeffrey Epstein, condannato per pedofilia e deceduto suicida in carcere nell’estate del 2019. Il caso Epstein ha avuto risonanza mondiale perché dai dossier resi pubblici dal dipartimento di Giustizia statunitense emerge un collegamento con il presidente americano, immortalato anche da alcune fotografie in compagnia del finanziere. La targa della statua denunciava ironicamente questo rapporto: “Celebriamo il legame duraturo tra il presidente Donald J. Trump e il suo ‘amico più caro’, Jeffrey Epstein”.