ROMA – La Corte dei Conti non è convinta. Il via libera del Cipess alla costruzione del Ponte sullo stretto di Messina desta qualche sospetto tra i magistrati contabili, che in un documento inviato a Palazzo Chigi chiedono chiarimenti procedurali e tecnici con una valutazione precisa e dettagliata dei risultati dell’istruttoria del Comitato.
C’è qualcosa che non torna
I nodi da sciogliere, che non sarebbero stati affrontati, riguardano le criticità di interesse pubblico del progetto, legate alla salute dei cittadini, alla sicurezza pubblica e agli impatti ambientali. Altre perplessità toccano i costi del piano. Ci sarebbe infatti una discrepanza tra l’importo previsto nel quadro economico approvato il 6 agosto 2025 e quello effettivamente indicato dalla società Kpmg, con uno scarto di quasi 20 milioni di euro.
Pertanto si chiedono spiegazioni anche su come sia stata scelta la società TPlan Consulting, a cui è stato affidato lo studio sul piano tariffario usato nel Pef (Piano economico finanziario), e sugli esiti di tale, anche considerando le verifiche fatte durante la riunione preparatoria del Cipess. Non tornano neanche i tempi impiegati per inviare il provvedimento firmato da MIT e MEF, con cui è stato approvato il terzo atto aggiuntivo. Si chiedono inoltre aggiornamenti sull’interlocuzione con la Commissione Europea. Alle richieste della Corte dei Conti, il governo ha ora 20 giorni a disposizione per rispondere.
Una chiara bocciatura per l’opposizione
Condividendo le incertezze della Corte, Marco Simoni, capogruppo Pd in commissione Ambiente di Montecitorio accusa Palazzo Chigi: “Il governo continua a procedere con forzature e scorciatoie, senza rispettare né le procedure né le prescrizioni tecniche ed economiche richieste da norme nazionali ed europee. Il progetto è caratterizzato da atti trasmessi in modo anomalo, procedure incomplete, stime economiche incoerenti e poco trasparenti, dubbi sulla qualificazione dei soggetti coinvolti e possibili incompatibilità con le direttive europee”.
Sulla stessa linea il segretario confederale della Cgil Pino Gesmundo: “La Corte dei Conti ha smascherato le forzature di Salvini, confermando gran parte delle criticità da noi rilevate sul rispetto delle direttive comunitarie e sullo spreco di risorse”. Secondo l’associazione siciliana, invece del ponte i dubbi sollevati testimoniano l’effettività consistenza delle problematiche che corredano il progetto. “Le richieste inviate dalla Corte dei Conti confermano, nero su bianco, quanto da tempo denunciamo: l’iter per cercare di far partire il progetto – fa sapere l’associazione – del ponte sullo Stretto di Messina è segnato da gravi criticità, forzature procedurali e veri e propri strappi alla normativa vigente”.
La maggioranza minimizza
“Le valutazioni della Corte normale interlocuzione”, replica il ministero delle Infrastrutture. Per il deputato calabrese della Lega Domenico Furgiuele “scambiare la richiesta di approfondimento per una bocciatura è una becera mistificazione della realtà, l’ultimo rifugio rimasto a forze politiche come M5S o Pd senza idee e proposte, e che si sono distinte per anni di nulla e aver inchiodato lo sviluppo infrastrutturale del Paese – e assicura – il Ponte sullo stretto si farà”.